Trieste, riparte Link, il festival del buon giornalismo
TRIESTE E’ conto alla rovescia per la 5^ edizione di Link, il festival del buon giornalismo del Premio Giornalistico internazionale Marco Luchetta: tre giorni nel cuore di Trieste in piazza Unità d’Italia, da venerdì 20 a domenica 22 aprile, con un centinaio di protagonisti impegnati in uno spazio fortemente interattivo e tecnologico – la Fincantieri Newsroom - progettato per dialoghi e dirette costanti con la notizia. Una vera officina del ‘buon giornalismo’, fitta di novità editoriali, interviste d’autore, talk dedicati ai temi di attualita’ con grandi protagonisti dell’informazione del nostro tempo.
Un nome fra tutti? Quello di Franca Leosini, ideatrice 24 anni fa di “Storie maledette” che tuttora conduce con grande successo su Rai3: l’unico format che ci proietta nelle pieghe emotive e mentali dei delitti della storia italiana. Sabato 21 aprile, alle 19, Franca Leosini sarà sul palcoscenico di Link 2018, per offrire al pubblico un ritratto di donna e giornalista capace di affrontare giornalisticamente, con delicata umanità e al tempo stesso con rigorosa professionalità, temi e corde che appartengono all’intrico della natura umana. Sabrina Misseri e Cosima Serrano, Donato Bilancia, Pietro Pacciani, Rudy Guede, Pino Pelosi e Fabio Savi sono solo alcuni dei nomi legati a fatti criminosi eclatanti del nostro tempo: personaggi ma anche persone che Franca Leosini ha saputo scandagliare e raccontare, restituendo al pubblico il contesto nel quale sono maturati i fatti. Con il compito di comprendere, non giudicare, la parte crudele che ciascuno custodisce dentro di sè.
Promosso dalla Fondazione Luchetta, curato da Francesca Fresa e organizzato da Prandicom con il pieno sostegno di Fincantieri e l’apporto della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, con la collaborazione della FNSI e dell’Ordine dei Giornalisti, Link 2018 si conferma vivacissima agorà intorno ai grandi fatti che viviamo. Ecco alcune prime anticipazioni sulla 5^ edizione di Link, che ci riporta sulle tracce di grandi anniversari scanditi dal 2018: a cominciare dalla grande “festa” che l’Italia si prepara a celebrare per i 50 anni dal 1968. “L’utopia ha mezzo secolo”, dunque, ma non lo dimostra: perché il ’68 è stato non solo movimento sociale e politico di protesta per i diritti civili, ma anche cartina di tornasole delle contraddizioni delle società capitaliste avanzate, e per questo la sua onda lunga aleggia attualissima intorno a noi. Ne converseranno a Trieste Myrta Merlino, ammiratissima conduttrice de “L’aria che tira” su La7, con il giornalista Toni Capuozzo, autore del recentissimo “Andare per i luoghi del ‘68” (Il Mulino), con il direttore del quotidiano Il Piccolo Enzo D’Antona e con Stefano Coletta, direttore di Rai 3 che ha prodotto il fortunatissimo “Le ragazze del ‘68”, un programma dedicato a dodici donne che nel 1968 avevano circa 20 anni e hanno vissuto in prima persona il grande cambiamento del ruolo femminile nella società dell’epoca.
Quarant’anni separano il 2018 dalla gelida primavera del 1978: fra il 16 marzo e il 9 maggio si consumava il sequestro di Aldo Moro, con la strage della scorta e dell’indimenticato statista. Fra le voci che ripercorrono quelle settimane convulse spicca quella del direttore dell’Espresso Marco Damilano, con il suo libro riflessione “Un atomo di verità. Aldo Moro e la fine della politica in Italia” (Feltrinelli). Pagine che individuano un filo rosso fra i fatti tragici del 1978, il nostro presente e il nostro futuro, e che sarà illustrato in dialogo con l’editorialista Franco Del Campo. “Via Fani è stato il luogo del nostro destino - spiega Damilano - La Dallas italiana, le nostre Twin Towers, nel 1978, l’anno di mezzo tra il ‘68 e l’89”.
Non è un caso che sia sempre datato 1978 uno degli eventi più rivoluzionari della storia del nostro tempo: la riforma della normativa sulla salute mentale in Italia, perché la celeberrima 180, o “legge Basaglia”, veniva approvata solo 4 giorni dopo il ritrovamento del cadavere di Aldo Moro, il 13 maggio ’78. Inutile ricordare che proprio Trieste fu il cuore pulsante di un movimento che aveva trovato in Franco Basaglia non solo il suo teorico ispiratore, ma anche e soprattutto un “barricadero” di buone pratiche della quotidianità nell’approccio al disturbo mentale e al reinserimento sociale dei “matti”. A Link ripercorreranno quegli anni formidabili lo psichiatra Giuseppe Dell’Acqua, che li ha vissuti in diretta accanto a Basaglia proseguendone per decenni la missione con inesausta forza propulsiva, insieme ai protagonisti di due programmi cult della radiofonia italiana: lo psicologo Massimo Cirri, autore e voce di Caterpillar su Radio2 Rai, e Giorgio Zanchini, conduttore e anima di Radio Anch’io su Radio1 Rai. Aspetto del tutto peculiare di questo incontro, e prezioso ‘link’ nel Link festival, sarà la riscoperta dell’Aldo Moro costituente, appena trentenne e già autore di un caposaldo della Costituzione italiana, l’articolo 32 dedicato alla salute come “diritto dell’individuo” e all’impossibilità di imporre trattamenti sanitari se non in base a specifiche disposizioni normative. Ricordarlo è un modo significativo per celebrare anche i 70 anni dalla promulgazione della carta costituzionale nel nostro Paese.
Il programma di Link 2018 sarà presentato lunedì 9 aprile. Il festival si aprirà idealmente nella mattinata di venerdì 20 aprile con la riunione della Giuria del Premio Luchetta, per la scelta delle terne finaliste della 15^ edizione, che saranno annunciate sabato 21 aprile al festival. Info www.luchettaincontra.it
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