Trieste, ricatta la ex con il suo passato da escort

Chiesto il giudizio per l’uomo: minacciava di rivelare la vecchia attività della donna. Non accettava la fine della relazione
Foto Bruni 24.06.13 Procura di TS:ascoltato Danilo Narduzzi
Foto Bruni 24.06.13 Procura di TS:ascoltato Danilo Narduzzi

TRIESTE Lei un’escort trentenne, lui un cliente più giovane di qualche anno. Entrambi residenti a Trieste. Lui che s’invaghisce e inizia a corteggiarla, lei che lo respinge ma dopo qualche incontro a pagamento cede alle lusinghe. Si conoscono, si frequentano, cominciano una relazione vera. E la donna decide di chiudere definitivamente con la prostituzione: toglie il numero di telefono e le foto osé dai siti, trova lavoro e il ragazzo si trasferisce a casa sua. Tutto fila liscio, ma dopo le scenate di gelosia del compagno, i due si lasciano.

Da quel momento in poi per l’ex escort comincia l’incubo. L’uomo non accetta la fine della relazione e si trasforma in un persecutore: si apposta in strada e tempesta la ex di messaggi con richieste assillanti di vederla, minacciandola di rivelare a tutti ciò che faceva. Questo, almeno, secondo l’accusa. Poi passa ai fatti, inviando al datore di lavoro della trentenne una busta con la stampa delle foto e degli annunci sessuali che la donna pubblicava fino a qualche mese prima.

Il caso risale all’anno scorso: la vittima, stando alla testimonianza resa nella querela, ha sopportato mesi di angoscia. Il pm Federico Frezza ha formulato una richiesta di rinvio a giudizio per il presunto stalker con una proposta di pena. L’indagato sarà sentito dal giudice Laura Barresi venerdì in udienza.

Il materiale investigativo è abbondante e documenta tanto l’attività da escort della donna quanto il comportamento molesto dell’uomo, nella cui abitazione le forze dell’ordine hanno trovato due pugnali con lame da 15 centimetri.

La trentenne inizia a prostituirsi alla fine del 2015: versa in una situazione economica difficile, nonostante un impiego part-time, e non vede altre soluzioni. Così si iscrive a due siti di incontri a pagamento e sei mesi più tardi viene contattata da quello che diventerà il suo futuro fidanzato. La scintilla scocca di lì a poco, dopo qualche appuntamento hot. La donna cerca di cancellare da internet le tracce della sua attività nascosta, facendo rimuovere le immagini che la ritraggono. La relazione tra i due prosegue bene, tanto che il ragazzo decide di traslocare dalla compagna. Non passerà molto tempo prima che la trentenne si renda conto di convivere con una persona molto gelosa che definisce «ossessiva». L’uomo pensa che la donna abbia altri amanti. La insulta, fruga tra i suoi oggetti alla ricerca di indizi. In alcune occasioni riesce a impadronirsi del cellulare, talvolta strappandoglielo di mano. Non mancano le scenate con urla e parole pesanti: «Sei una tr... ti rovino la vita, senza di me non sei niente, non sai cosa ti succede se provi a lasciarmi. Preferisco vederti morta che con un altro». Questo le avrebbe detto l’ex fidanzato.

La vittima ha paura e non esce più di casa se non per andare a lavorare. Si sente controllata, spiata. Non dorme, non mangia con regolarità. Ma ciò che teme di più sono le minacce del compagno di divulgare ad amici, familiari e ai titolari del negozio di cui è dipendente le vecchie foto e gli annunci dei siti di incontri. Ed è così che una mattina d’inverno dell’anno scorso uno dei datori di lavoro della donna riceve una busta con tre fogli dentro: uno scritto a computer che riporta esplicitamente la precedente attività di escort della dipendente; uno con una foto estratta dal profilo Facebook della trentenne e un altro con la stampa di una pagina di un sito contenente un annuncio di incontri pubblicato dalla stessa vittima qualche mese prima. La donna dà le dimissioni dal negozio, ma i titolari non le accettano. Qualche giorno dopo si imbatte nei carabinieri. Sono sotto casa sua per verificare il presunto furto di 14.500 euro in contanti che avrebbe rubato all’ex compagno. Ma nella perquisizione i militari non trovano nulla.

Trascorrono un paio di mesi e la vittima, tutelata dall’avvocato Alice Spaventi, si trova attaccati sui cassonetti di fronte la propria abitazione due fogli con la riproduzione delle vecchie foto osé, con tanto di tariffario orario a prestazione e numero di cellulare. Il gesto ha un impatto devastante sulla trentenne. Teme che l’ex passi il materiale ai familiari.

Il legale dell’indagato, l’avvocato Stefano Alunni Barbarossa, dichiara che il proprio assistito è estraneo alla vicenda e dimostrerà la sua innocenza.
 

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