Trieste riacciuffa il Festival dell’Operetta

L’impegno di Cosolini dopo l'ok del sovrintendente del Verdi. Ipotesi spettacoli a San Giusto dal 2016
La messa in scena di un’operetta
La messa in scena di un’operetta

Il Festival dell'operetta tornerà con ogni probabilità a riempire le estati dei triestini. A rafforzare questa prospettiva, nell'animo di quanti hanno partecipato ieri sera a un incontro sul tema, svoltosi al Circolo della Stampa e promosso dal suo presidente, Paolo Alessi, sono state le dichiarazioni di Giorgio Zanfagnin, ex sovrintendente del Verdi, che ha riferito di una rassicurazione in tal senso fattagli dal sindaco, Roberto Cosolini, e l'impegno assunto dal nuovo sovrintendente del Verdi, Stefano Pace.

Impossibilitato a partecipare all'appuntamento, quest'ultimo ha fatto pervenire ad Alessi una lettera, che il presidente del Circolo ha letto ai presenti, nella quale si parla di «disponibilità a individuare i percorsi attraverso i quali riportare l'operetta al castello di San Giusto».

Pace: «Il mio Verdi più giovane e aperto alla città»
Stefano Pace al Verdi (foto Silvano)

Tutto fatto? Certo no. I percorsi da completare sono lunghi e tortuosi, ma la volontà di quanti a Trieste amano il teatro, l'opera, l'operetta, la musica, è uniforme. Zanfagnin ha ricordato che «il nostro Verdi era capace di allestire operette che facevano il pieno in città ed erano apprezzate quando le proponevamo in altre regioni italiane e all'estero. Avevamo 6mila abbonati e un bilancio attivo - ha aggiunto - cosa rara per un teatro nel nostro Paese. Perciò dico che il Festival dell'operetta si può rifare».

Massimiliano Tonsini, maestro collaboratore alla Direzione artistica dell'Accademia di Santa Cecilia si è speso per ribadire che «l'operetta può essere considerata a pieno diritto la multimedialità ante litteram. È un genere teatrale e musicale che, se fatto con i dovuti criteri, è di serie A. Possiede una ricchezza e una vivacità che garantiscono gioia sia a chi l'operetta la interpreta, sia a chi assiste in platea - ha sottolineato - e quando nel 2008 venni a conoscenza del fatto che l'operetta non rientrava più nei programmi del Verdi provai un profondo dispiacere».

Gabriele Ribis, direttore artistico del Piccolo Festival del Friuli Venezia Giulia e promotore, assieme all'Associazione Mozart Trieste, del ritorno dell'opera al castello di San Giusto la prossima estate, quando si proporrà, al di fuori del programma del Verdi, il "Don Giovanni", ha assunto anch'egli un impegno. «La mia è la volontà di dare spazio a piccole opere, che non implicano la partecipazione di orchestre imponenti e di strutture oggi troppo costose, con l'obiettivo di richiamare il pubblico. Cancellare il Festival dell'operetta nel 2008 - ha continuato - è stato un errore madornale e imperdonabile al quale dobbiamo porre rimedio».

Alessi ha ricordato che «negli ultimi anni, qualche titolo è stato inserito nel calendario del Verdi, ma quello che manca è il Festival come tale, cioè una manifestazione organica interamente dedicata a questo genere». Tutti concordi infine nel definire il Festival «evento capace, in passato, di dare lustro a Trieste a livello nazionale e internazionale».
 

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