Trieste, revocate le restrizioni per bar e ristoranti da piazza Verdi al molo Audace
Il Comune ha rimodulato l’ordinanza degli orari di apertura degli esercizi che somministrano cibi e bevande. Restano le zone rosse

Il Comune di Trieste ridefinisce le zone interessate dall’ordinanza che limita l’orario di apertura degli esercizi che somministrano cibo e bevande, vietando anche a chi circola in quell’area il consumo e la detenzione di alcolici (superiori a 7 gradi e non più a 6) e di bevande in contenitori di vetro. Restano immutati invece i provvedimenti prefettizi delle zone rosse.
La zona 1
Guardando alle ordinanze firmate dal sindaco Roberto Dipiazza e ora modificate, da govedì 13 febbraio il provvedimento viene integralmente revocato per la zona denominata 1, ovvero quella che coinvolgeva gli spazi da piazza Verdi al molo Audace. Lì, quindi, anche ora che prenderanno il via tutti i festeggiamenti carnevaleschi, non ci saranno più limiti per l’orario di apertura dei bar e non sarà vietato consumare alcolici per strada e circolare con bottiglie o lattine di vetro. Sarà un test per capire la tenuta della zona sotto questo profilo, sotto l’aspetto della sicurezza, visto che nei mesi scorsi proprio piazza Verdi e il molo Audace erano stati teatro di risse e di preoccupanti fatti di cronaca.
Nelle altre zone, dove l’ordinanza continua a essere efficace, i pubblici esercizi potranno aprire già dalle 5, mentre fino a mercoledì il divieto faceva riferimento alle 6.
Zone 2 e 3
Ridisegnando la zona 2 – quella che da piazza della Libertà si spiega fino a piazza Oberdan – l’ordinanza sindacale non interesserà più via Galatti, mentre si estenderà a via XXIV Maggio, quel piccolo tratto che collega piazza Oberdan a via Fabio Severo e dove ha sede il Civico Museo del Risorgimento.
La zona 3 invece – quella che da piazza Goldoni arriva fino a via Donadoni – da giovedì non coinvolgerà più viale D’Annunzio.
La posizione del Comune
«Sono provvedimenti strutturati in maniera flessibile – precisa l’assessore alla Sicurezza Caterina de Gavardo – e che quindi vengono rimodulati nel tempo in base a un’analisi dell’andamento della situazione e a un confronto con le categorie».
Un’elasticità che, se necessario, «ci vedrà intervenire nuovamente», sottolinea de Gavardo.
L’assessore alle Politiche economiche Serena Tonel parla di una «ricalibrazione delle ordinanze, dopo un periodo che è servito anche a prendere bene le misure del provvedimento, e dopo un’utile interlocuzione con Fipe, sempre con l’obbiettivo di una maggior sicurezza e vivibilità della città».
La Fipe
A questo proposito, Tonel «confida nella collaborazione dei gestori dei locali, delle rivendite di cibo e bevande, e dei cittadini».
Soddisfatta delle modifiche Fipe che, appena erano state emanate le ordinanze, aveva preso contatti con le istituzioni per evidenziare alcune criticità, chiedendo appunto una ridefinizione. «A tutela dei pubblici esercizi – precisa il presidente provinciale di Fipe Stefano Lonza – avevamo chiesto, e constatiamo con soddisfazione sia stato recepito, che il limite dell’alcol venisse alzato da 6 a 7, perché altrimenti i colleghi avrebbero dovuto fare una distinzione con un costante controllo tra la somministrazione di una birra invece di un’altra».
Poi «per venire incontro a quanti offrono un servizio a chi inizia a lavorare all’alba – spiega Lonza – avevamo appunto chiesto che la riapertura dei bar potesse avvenire già dalle 5». Riguardo invece a piazza Verdi, «ci sembrava necessario – così Lonza – tutelare l’attività del Teatro Verdi, con i locali che a fianco possono essere a supporto di quell’istituzione».
Le zone rosse
Come dicevamo, il provvedimento prefettizio delle zone rosse prosegue senza modifiche, «con presidi fissi – spiega il questore Pietro Ostuni – che si alternano nelle diverse zone coinvolte, con l’impegno anche di nuclei di pronto intervento e con due servizi alla settimana ad alto impatto (in precedenza ne era previsto uno). La nostra presenza – conclude ancora Ostuni – si fa sentire, lo assicuro». —
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