Trieste, reparti speciali anti-terrorismo rafforzati e controlli mirati per presidiare i confini
TRIESTE Immediato rafforzamento dei reparti speciali anti-terrorismo e dei controlli mirati lungo i confini nazionali. È quanto emerso dalla riunione indetta ieri mattina nel Palazzo del governo di Trieste tra i vertici di Prefettura, Questura, carabinieri, Guardia di Finanza nonché delle forze impegnate nel pattugliamento della frontiera. Ma si è parlato anche dell’applicazione del Dpcm entrato in vigore stanotte: alle abituali attività di controllo anti-Covid ora si aggiunge il monitoraggio delle autocertificazioni nelle ore notturne. Sotto la lente d’ingrandimento ci sono inoltre sale gioco e centri commerciali.
Il vertice in Prefettura si è riunito perché, dopo gli attentati terroristici di Nizza e Vienna, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese aveva convocato il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Comitato che – chiamando a raccolta forze di polizia, Difesa e intelligence – aveva disposto in tutto il Paese attività di prevenzione, monitoraggio degli obiettivi sensibili e intensificazione dei controlli ai valichi, anche con l’impiego dell’Esercito.
Sul fronte dei controlli antiterrorismo viene messo in campo un «rafforzamento delle misure sul territorio - spiega il prefetto di Trieste Valerio Valenti -. Aumentiamo l’impiego di aliquote di pronto intervento e reparti specializzati, appartenenti a polizia di Stato e carabinieri, con particolare formazione nell’antiterrorismo, da integrare nel piano di controllo del territorio. Non distoglieremo i militari dal loro attuale impiego». In altre parole nelle operazioni quotidiane si ricorrerà maggiormente ai nuclei speciali. La loro attività sarà aumentata in generale, e non solo a presidio degli obiettivi sensibili, tra i quali quello universalmente noto in città è rappresentato dalla sinagoga: si tratta di una delle più grandi d’Europa.
Nel frattempo lungo i confini saranno implementati i controlli nei confronti dei profili di coloro che fanno ingresso sul territorio italiano. Le identificazioni tuttavia fanno già parte dell’attività ordinaria delle forze dell’ordine alla frontiera, dal Carso al Tarvisiano, dunque non solo al valico con la Slovenia ma anche con l’Austria. La presenza della rotta balcanica desta preoccupazioni particolari dal punto di vista dell’antiterrorismo? «Può prestarsi a fungere da ingresso, non meno che quella via mare - prosegue il prefetto -. Non c'è differenza sotto questo profilo. Per esempio si sono registrati ingressi via terra provenienti dal Maghreb».
A mezzanotte è entrato in vigore il nuovo Dpcm e contemporaneamente a Trieste è scattato il piano di controlli aggiornato da parte delle forze dell’ordine. Già a partire da quel momento, dunque, chi si trovava fuori dalla propria abitazione fino alle cinque di stamattina era tenuto ad avere con sé l’apposita autocertificazione concernente le cause dello spostamento (il Dpcm dice solo per «comprovati motivi di lavoro, necessità e salute»). Uno dei punti su cui si focalizzeranno i controlli di qui al 3 dicembre sarà proprio questo: a chi sarà in circolazione nelle ore notturne comprese tra le 22 e le 5, sarà chiesto di esibire l’autorizzazione. Riflettori puntati anche su sale bingo e slot, che devono essere spente ovunque. Un altro focus d’attenzione è costituito dai centri commerciali, tenuti ad abbassare le serrande nei giorni festivi e prefestivi. I lavoratori transfrontalieri potranno entrare in Italia nei limiti previsti dalle disposizioni vigenti, dunque principalmente per motivi di lavoro giustificato. Per il resto proseguiranno le attività di controllo anti-Covid già in essere. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo