Trieste, raid alla Caritas, scattano le indagini
TRIESTE La scritta «No immigrati» ripetuta più volte sul muro attorno al portone della Caritas di via dell’Istria è stata messa a segno con un’azione preordinata, decisa a tavolino. Non è stato il gesto di qualche balordo ubriaco che gira di notte, ma una minaccia concreta destinata ad avvelenare il clima di tolleranza e accoglienza della città. Un’azione che ha come obiettivo esasperare gli animi. Un salto di qualità, dunque, rispetto al puro vandalismo.
Ad esserne convinto è anche il prefetto. «Parleremo dell’episodio durante il prossimo comitato sull’ordine e la sicurezza, che sarà convocato tra qualche giorno», annuncia Francesca Adelaide Garufi, precisando che «simili situazioni di intolleranza si stanno verificando un po’ dappertutto in Italia. Ma un solo episodio non può ritenersi significativo». «È triste - osserva il sindaco Roberto Cosolini - che il luogo della solidarietà diventi bersaglio di inciviltà. Chi usa parole forti stravolgendo le situazioni dovrebbe riflettere».
L’ ipotesi teorica di reato non è solo quella di danneggiamento. In ballo c’è anche l’istigazione all’odio razziale. La prova indiretta della determinazione di chi ha agito è rappresentata da un particolare sul quale gli investigatori della Digos e i carabinieri stanno indagando nel massimo riserbo. Per impedire di essere filmati, i vandali si sono arrampicati sul portone e hanno anche spruzzato la vernice nera dello spray sull’obiettivo della telecamera posizionato sopra il cancello della struttura di via dell’Istria, dove ogni giorno vengono serviti 400 pasti agli stranieri ma anche ai triestini poveri. Oscurando con uno spruzzo nero il vetro dell’obiettivo, hanno quindi cercato di impedire di essere visti e dunque riconosciuti. Ma la loro intenzione potrebbe anche non essere del tutto riuscita, ipotizza don Alessandro Amodeo, il direttore della Caritas. «Daremo i filmati ai carabinieri», ha annunciato il sacerdote che ieri pomeriggio è andato a sporgere denuncia al comando provinciale dell’Arma. La speranza è che da un esame tecnico attento e approfondito delle riprese possa emergere qualche fotogramma intatto grazie al quale identificare gli autori, o almeno uno, del raid.
Ma c’è di più. Gli investigatori che hanno datato l’azione all’alba di domenica, puntano anche a trovare qualche testimone. Un automobilista o un passante, che possa aver notato qualcosa tra le 4 e le 5 di mattino in via dell’Istria. Perché, è certo, quella avvenuta per quanto veloce non è stata un’azione fulminea. I vandali si sono dovuti arrampicare e poi hanno agito per almeno 5-6 minuti. Un tempo teoricamente sufficiente per essere visti - casualmente - da qualcuno di passaggio. La Questura ufficialmente non rilascia dichiarazioni. Ma da fonti interne si è saputo che dopo l’episodio, e per evitare altre azioni simili, è stata disposta un’intensificazione della vigilanza nella zona.
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