Trieste: quei cinghialetti tra attrazione e “mistero”
Da grandi sfioreranno il quintale e la loro vita non sarà un granché compatibile con la nostra, per elementari leggi di natura. Il problema, però, a quanto pare non si pone. Per ora. I baby-cinghiali di Roiano (pascolanti nell’ultimo paio di settimane almeno, nel terreno incolto di proprietà delle Ferrovie, a destra della prima rampa di via Moreri, fra le case impiantate ai piedi di Pis’cianzi) sono un’attrazione irresistibile, evidentemente. Sembrano “trudini” di peluche, ma col valore aggiunto che trotterellano e grugniscono come a dire grazie quando gli si getta l’avanzo dell’amatriciana, la cartilagine della carne ai ferri e la scorza di formaggio.
Il massimo, insomma, per i bimbi. E non solo. Lo sono pure per chi è più in là con gli anni ma che davanti a questi animaletti torna bambino. Il fatto è che, dai e dai, sono diventati ormai cinghialetti domestici. Capaci di spingersi così vicini alle case da costituire, senza saperlo, un problema da risolvere prima che il loro peso s’avvicini appunto al quintale. Un problema che la Provincia - l’ente (finché c’è) deputato ad occuparsene - annuncia attraverso il vicepresidente Igor Dolenc, tra le altre cose assessore alla fauna, di dover risolvere ma di volerlo fare senza spargimenti di sangue bestiale e, di conseguenza, di lacrime umane.
I cuccioli di cinghiale di via Moreri, infatti, da qualche giorno sono molto più di un’attrazione. Quasi personaggi da leggenda, in un’aura di mistero. Tra gli abitanti, che amano e in certi casi coltivano anzi questa presenza oggi innocua, si è sparsa la voce che siano rimasti orfani e sbuchino dai rovi senza curarsi troppo della vicinanza dell’uomo per la gran fame. A qualche anima buona e disinteressata, come il lettore Enrico Comini ad esempio, autore sia del video che delle foto (comprese quelle che si vedono in questa pagina) ora sul sito del Piccolo, nelle ultime ore era passata per la testa addirittura la pazzia idea (che è rimasta chiaramente un’idea) di provare a catturarli, imbarcarli nel bagagliaio e poi liberarli in Carso. Motivo: «L’Enpa al telefono ci ha detto che non può intervenire, la competenza è dei guardiacaccia della Provincia, ma se arrivano loro li sopprimono».
«Noi interveniamo - spiegava nella mattinata di ieri Gianfranco Urso, coordinatore regionale Enpa - solo nel caso in cui i cuccioli siano orfani, o abbandonati, com’è capitato l’altro mese in zona Napoleonica con un esemplare scivolato da un gradone. Ma questi di Roiano per noi non sono orfani né abbandonati. Lo si capisce dalle striature, che se ne vanno attorno alla decima settimana dalla nascita, e comunque a svezzamento finito. Loro vengono tuttora allattati, la notte, dalle mamme. Fossero soli sarebbero morti, perché per come sono piccoli ancora ne hanno necessità, al di là di ciò che viene dato loro da mangiare dalle persone. Sarebbero poi sprovvisti sia di difesa la notte dalle volpi sia di sufficienti anticorpi per cavarsela».
Il mistero s’è annerito verso ora di pranzo, quando i cuccioli sono spariti. In ritirata sotto i rovi con le mamme o fatti fuori dalla pubblica autorità, dato che è stato avvistato nei paraggi un mezzo della Forestale regionale? La pubblica autorità, in giornata, ha smentito. Catturarli non è semplice, anche se si dovessero utilizzare pistole d’indormio ché potrebbe risultare fatale per bestioline così leggere. Sparare pallettoni veri con l’intento di uccidere tra le case sarebbe ancor meno semplice, e tanto meno una cosa del genere passerebbe, o sarebbe già passata, inosservata.
I guardiacaccia della Provincia li tengono d’occhio da tempo: sono censiti in undici, due mamme, che se ne restano coperte, e nove piccoli (in realtà i residenti ne hanno scorti sei al colpo) che sono lasciati liberi di girare un po’ in quanto se ne tornano nella macchia felici e sazi. «Stiamo monitorando la situazione - la dichiarazione di Dolenc - e stiamo cercando di vedere se è possibile organizzare un intervento non cruento, spostandoli lontani dall’abitato». Parola di assessore, nel pomeriggio. Quando da via Moreri si continuava a dare i teneri cinghialetti per dispersi (proprio sotto Pasqua...). E quando l’Enpa, stavolta con la presidente triestina Patrizia Bufo, si è dichiarata «disposta ad accoglierli, nutrirli ed inserirli successivamente in natura, ove la Polizia ambientale o il Corpo forestale dello Stato ritengano di portarceli».
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