Trieste, quattro soggetti internazionali puntano il villaggio Greensisam

La pandemia ha frenato i sopralluoghi, non l’interesse dei possibili investitori. L’obiettivo di Antonio Maneschi è di chiudere l’operazione entro l’autunno
Lasorte Trieste 01 06 04 - Porto Vecchio
Lasorte Trieste 01 06 04 - Porto Vecchio

TRIESTE Era il 3 maggio di un anno fa, quando Pierluigi Maneschi, uno dei più importanti imprenditori nel settore marittimo-portuale nazionale, spirava improvvisamente nella sua abitazione di palazzo Ralli. Molo VII nel porto triestino, Cpm a Monfalcone, Greensisam: l’eredità dell’energico e lungimirante capitano passò al figlio Antonio, che durante quest’anno, in frangenti congiunturali certo non agevoli, ha pilotato le attività trasmessegli dal Tirreno all’Adriatico.

Quasi a ricordare l’impegno paterno, Antonio Maneschi, uomo assai parco nella comunicazione, ha fatto filtrare una notizia incoraggiante: nonostante Covid 19, nonostante l’effetto congelante che l’epidemia ha provocato sull’economia internazionale, ci sono quattro possibili investitori internazionali interessati a rilevare la concessione dei 5 magazzini Greensisam in Porto vecchio. Non si è chiarito se questi interessamenti sono concorrenti o intrecciati.

A marzo si era parlato di due soggetti, quindi è interessante constatare come il livello di attenzione, nei confronti del quintetto attiguo al Molo IV, non sarebbe stato condizionato dalle problematiche sanitarie. Complicazioni pandemiche che hanno invece inciso sulla possibilità delle delegazioni estere di raggiungere Trieste e di effettuare i sopralluoghi, che in alcuni casi erano stati calendarizzati prima del deflagrare epidemico.

Non appena sarà ripristinata una normale mobilità tale da consentire l’arrivo/partenza, Maneschi ritiene realistico chiudere l’operazione entro l’autunno. Non un disimpegno “gratis” - come aveva dichiarato prima di Natale - ma il più rapido possibile. Perchè l’imprenditore non nasconde che per lui il “villaggio Greensisam” è come l’Alsazia Lorena per i francesi del primo anteguerra: pensarci sempre, parlarne mai.

Nel 2014 il padre decise di “evacuarlo” lamentando di averci inutilmente speso fino ad allora 9 milioni di euro. In questa fase, dopo il passaggio di Porto vecchio dall’Autorità al Comune, viene versato un canone annuo pari a 513.000 euro. Ultimo ma non ultimo, sull’area in concessione 99ennale gravano oneri di urbanizzazione, a carico di Greensisam poco intenzionata a sborsarli, che il Municipio stima in 11 milioni di euro. Il valore del progetto, che fu impostato dall’architetto svizzero Mario Botta, è quotato attorno ai 150 milioni di euro: utilizzo misto amministrativo-commerciale-parking-residenziale-albergaggio,con una spruzzata di verde a collegare gli edifici 2A-2-1A-4-3. Una vicenda nata quasi vent’anni fa, quando Maneschi senior pensava di costruire sul sito il quartier generale europeo di Evergreen, il colosso taiwanese dello shipping di cui era agente in Italia. L’operazione-battistrada, contrattualizzata nel 2005 con l’Autorità portuale, non andò a dama e quei 5 magazzini - i più vicini alla città - aspettano ancora qualcuno che dia loro una nuova vita. Le voci di cordate austro-tedesche acquirenti sono rimaste tali. Va inoltre ricordato che il Comune li metterà comunque all’asta e il loro valore è stimato in 16 milioni di euro. Maneschi ha il diritto di prelazione ma sembra di comprendere che non ha alcun desiderio di esercitarlo. —

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