Trieste, proprietari in fuga da Montebello
“Adda passà ‘a nuttata”. I driver triestini del trotto, alla vigilia della riapertura dell’ippodromo di Montebello dopo la sosta estiva, prevista per il prossimo 10 settembre, non hanno oramai altra possibilità che quella di rifarsi alla celebre battuta pronunciata da Eduardo de Filippo nel film “Napoli milionaria”. Sperare cioè che prima o poi il miracolo si avveri e le cose cambino.
Da luglio, quando si corse per l’ultima volta prima della sosta di agosto, per la quindicina di professionisti che lavorano a Montebello, nulla è cambiato. I loro crediti nei confronti del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf) e relativi ai premi vinti nel corso dell’ultima parte del 2012 e nel 2013, con esclusione dei mesi di gennaio e febbraio, per fortuna già pagati, sono rimasti tali. Di soldi nemmeno l’ombra.
«Le difficoltà sono enormi – spiega Roberto Matteo Totaro, rappresentante dei driver a Trieste – perché i proprietari si stanno allontanando. Chiunque, dovendo comunque sostenere le spese relative ai box, al mangime, alla mascalcia, ai veterinari, agli allenamenti – sottolinea – ma non incassando i premi, si stuferebbe».
I cavalli, a Montebello di stanza ce ne sono una trentina, diventano così sempre più spesso di proprietà dei driver, che provvedono alle spese ordinarie con enormi sforzi. Lo stesso discorso vale per i pensionati: «I ritardi nei pagamenti sono clamorosi – si sfoga Claudio De Zuccoli, storico driver di Montebello, per passione puntuale ogni mattina in pista per allenare – e condizionano la vita delle persone». Chi sta un po’ meglio è la Nord Est ippodromi, che gestisce Montebello: «Grazie a un provvedimento delle competenti autorità – ricorda il direttore, Stefano Bovio – il nostro credito nei confronti del ministero è passato da un milione e mezzo, cifra che rischiava di metterci in serie difficoltà di bilancio, a 800mila euro. Abbiamo perciò potuto pagare gli arretrati ai dipendenti e l’attività riprenderà regolare il 10 settembre. Va però detto – aggiunge – che non incassiamo gli affitti dei box. Siamo consapevoli dei problemi di driver e proprietari, ma certo questa situazione non potrà prolungarsi all’infinito. Una soluzione c’è – continua – e consiste nel delegare noi, cioè le società, all’incasso dei premi da trasferire poi a driver e proprietari. Le procedure sarebbero molto più rapide perché noi siamo società private, mentre la pubblica amministrazione si perde spesso nella burocrazia. So che il ministero sta predisponendo un provvedimento che va in tale direzione - conclude Bovio - speriamo arrivi presto».
Intanto negli ambienti ippici cresce l’attesa per il giudizio che forse già oggi esprimerà il Consiglio di Stato in relazione alla richiesta degli operatori di essere parificati alle società di corse nell’incasso degli arretrati. Dovesse arrivare una sentenza favorevole, l’orizzonte potrebbe rischiararsi.
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