Trieste, profughi trasferiti al “San Luigi” di Gorizia

Sette minori spostati in segreto dal capoluogo alla struttura dei salesiani. La protesta dei residenti
Il convitto San Luigi di Gorizia
Il convitto San Luigi di Gorizia

TRIESTE. Richiedenti-asilo al “San Luigi”di Gorizia. L’allarme viene lanciato su Facebook martedì 6 a mertà pomeriggio e via con commenti, reazioni, prese di posizione. Peccato che la notizia, come spesso accade, sia vera soltanto a metà.

In mezzo a una fitta coltre di silenzi, si è potuto scoprire che martedì 7 mattina sarebbero stati trasferiti da Trieste al San Luigi sette minorenni non accompagnati di nazionalità afghana, kosovara e del Bangladesh. Una sistemazione assolutamente temporanea che si dovrebbe trascinare per 2, massimo 3 giorni e che è determinata dal fatto che le strutture triestine, dedicate espressamente ai minori non accompagnati, sono strapien

Del resto, non è la prima volta che il San Luigi viene utilizzato in maniera temporanea per ospitare minori stranieri: era già successo qualche mese fa quando vennero intercettati a Romans d’Isonzo un gruppo di richiedenti-asilo con alcuni minori al seguito. Questi erano stati poi ospitati, per qualche giorno, proprio nella struttura di via Don Bosco.

Migranti a Gorizia
Migranti a Gorizia

Resta, però, un punto interrogativo: che siano soltanto i primi arrivi di altri, più corposi, trasferimenti al San Luigi: magari di richiedenti-asilo anche maggiorenni?

Domande e quesiti che in molti si fanno, a cominciare dal sindaco Ettore Romoli che, contattato ieri sera, era totalmente ignaro del trasferimento di sette minorenni non accompagnati nel compendio del San Luigi.

La verità è che la questione sta diventando una “telenovela” e questa situazione è figlia, purtroppo, della scarsa chiarezza dei salesiani che non hanno mai voluto spiegare i termini della compravendita.

Profughi, pernottano alla Valletta e nella pista di skateboard

Infine, due commenti raccolti su Facebook. «Se mettono quelli che dormono nei parchi e nell'Isonzo è una buona notizia. Finalmente non vivremo come a Kabul tra gli sbarraccati...». Oppure: «Complimenti! Quello che avevamo annunciato già questa primavera si è avverato. Molte famiglie si ritrovano senza doposcuola per i loro figli dopo che ormai da anni frequentavano il San Luigi».

Intanto, in via Buonarroti a  Gorizia sono apparsi cartelli (affissi dagli inquilini) sotto i porticati del complesso che ospitò l’ex Agenzia delle entrate: si invitano i profughi a non bivaccare e ad andarsene. Un’altra tappa di una piccola “guerra”.

Intanto la senatrice dem Laura Fasiolo ha verificare personalmente le condizioni in cui vivono i circa 150 ragazzi afghani e pakistani fuori convenzione nel quartiere della Madonnina di Gorizia.

«Una situazione, quella che ho riscontrato - afferma Fasiolo - ai limiti della dignità umana resa sopportabile grazie alla generosità della Caritas, del parroco e dei volontari della parrocchia; dopo cena una quarantina fruirà di un ricovero, gli altri resteranno all'addiaccio».

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