Trieste, processo lampo per le ladre di via Giulia

Condanna a 3 anni carcere per le due donne di 22 anni e la complice di 19 bloccate giovedì mentre scassinavano una casa

TRIESTE Processo lampo per le tre giovani che giovedì pomeriggio avevano derubato un appartamento di via Giulia. Le ventiduenni Valentina e Bisa Simic e la diciannovenne Claudia Bentivoglio, tutte di etnia rom, sono state giudicate ieri mattina, sabato 29 dicembre, in direttissima con rito abbreviato. Il giudice Francesco Antoni le ha condannate a tre anni di reclusione. Sono già in carcere. Il fascicolo fa capo al pm Federica Riolino.

Le tre ladre si erano introdotte nell’alloggio approfittando dell’assenza dei proprietari, una coppia di triestini uscita per una passeggiata in centro con l’intenzione di rincasare di lì a poco. Gli spostamenti dei due coniugi evidentemente erano sotto osservazione. È stata una vicina di casa ad accorgersi che l’ingresso del loro alloggio era stato manomesso. Peggio. La banda di ladruncole, approfittando del fatto che nel palazzo risiedono poche famiglie e sperando così di non essere scoperte, dopo aver tentato di forzare la serratura è riuscita ad aprire un varco nella porta di legno. Hanno usato dei grossi cacciaviti e rotto la parte sottostante, ricavandone una sorta di quadrato sufficientemente ampio per passare. Una del gruppetto si è infilata e ha spalancato la porta per far entrare le complici.

Ma il piano è andato storto. «Eravamo in centro - ricorda il proprietario dell’appartamento - a un certo punto, attorno alle 17.30, abbiamo ricevuto una telefonata da una nostra vicina. Ci avvisava che c’era un buco sulla nostra porta. Io e mia moglie - spiega - per fortuna non eravamo lontani. Ci siamo quindi precipitati a casa e, in effetti, non appena siamo arrivati abbiamo notato tre ragazze, ben vestite, che stavano uscendo dal condominio proprio in quel momento. Con la coda dell’occhio le ho viste correre verso una macchina. Allora mi sono insospettito, ho rincorso la macchina e ho preso il numero di targa. Mia moglie, nel frattempo, era nell’appartamento a controllare». Erano spariti gioielli, orologi e soldi. La coppia ha telefonato alla polizia, fornendo modello (una Mercedes Classe A) e targa del mezzo.

La Questura ha attivato subito i poliziotti, che si sono lanciati in un veloce inseguimento. La Mercedes con a bordo le tre ladre è stata fermata pochi minuti dopo, in via Battisti. Avevano addosso buona parte della refurtiva arraffata in via Giulia e gli arnesi per lo scasso. «La polizia è stata straordinaria - commentano i due coniugi - ringraziamo gli agenti della Volante, quelli del turno “c” (coordinato dall’ispettore capo Paolo Trussini, ndr)». La squadra è stata supportata dalla Divisione anticrimine e della Mobile.

Le ragazze (difese dall’avvocato Alberto Simionati di Vicenza, mentre la famiglia derubata si è affidata all’avvocato Andrea Cavazzini) sono note alle forze dell’ordine per reati analoghi. Nel furto in via Giulia si sono portate via non solo i gioielli, ma pure i cioccolatini che hanno trovato nell’appartamento. —




 

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