Trieste, prime azioni legali sul Prg appena adottato

Diffida e richiesta di risarcimento da parte dell’impresa Perco, rappresentata dall’avvocato Di Lullo. Contestato il cambio di destinazione d’uso di due aree
Di Matteo Unterweger
Lasorte Trieste 17/08/13 - Piazza Unità, Municipio
Lasorte Trieste 17/08/13 - Piazza Unità, Municipio

Il nuovo Piano regolatore, adottato dal Consiglio comunale, è già oggetto di contestazioni. Non solo quelle politiche di parte dell’opposizione, ma anche legali. Proprio nell’imminenza del voto in aula - iter completato nella tarda serata dello scorso mercoledì -, infatti, il sindaco Roberto Cosolini, l’assessore alla Pianificazione urbana Elena Marchigiani e i consiglieri comunali tutti si sono visti recapitare due lettere a firma dell’avvocato Giovanni Di Lullo e del legale rappresentante dell’impresa di costruzioni “Ingg. F. e G. Perco” snc, l’ingegner Giorgio Perco. La prima, che include una costituzione in mora e nel contempo preannuncia possibili azioni legali, ruota attorno allo status di un’area che inizia dall’angolo fra via Bonomea ed Erta dei Pruni e scende verso il Faro della Vittoria. In particolare per ciò che riguarda la parte di proprietà della Perco ancora non edificata e di superficie pari a 13.659 metri quadrati. Uno spazio compreso nell’ambito “zona B4 via Bonomea” e classificato come edificabile dal precedente Piano. Il nuovo Prg - riassume l’avvocato Di Lullo - lo trasforma sostanzialmente in area verde, riducendovi del 90% la possibilità di costruire. Soluzione che - rileva l’avvocato - penalizza l’impresa Perco.

Pertanto nella lettera viene chiesto al Comune che il tratto in oggetto «sia conservato come edificabile e che l’utilizzazione edificatoria dello stesso sia regolamentata da una disciplina già fissata dalla Variante parziale n. 78 (approvata nel 2004, ndr), con le sole due eccezioni seguenti: If max pari a 1,20 mc/mq; modalità di attuazione degli interventi edificatori: con strumento diretto». Cose che, evidentemente, non sono invece state previste dall’amministrazione Cosolini. Già rispetto alla delibera approvata il 22 novembre 2011, relativa alle “Direttive per la predisposizione del nuovo Piano regolatore”, la Perco aveva presentato ricorso (ancora pendente) al Tar il 16 aprile 2012, chiedendone l’annullamento. Ma la missiva giunta a palazzo Cheba non verte solamente sui contenuti del Prg targato Cosolini-Marchigiani. La questione del terreno di via Bonomea e dintorni affonda le proprie radici nel lontano 1968: nel giugno di quell’anno è infatti iniziata l’attività della Perco nella zona. Un primo intervento edilizio è stato completato, un altro effettuato dall’immobiliare Sasa spa - cui la Perco aveva venduto una frazione - in comunione con l’Immobiliare Erta dei Pruni srl. Sugli altri lotti del terreno di proprietà della Perco è poi iniziato un lungo tira e molla burocratico, con appendici giudiziarie, che non ha consentito alla società di avviarvi alcuna opera: di tutto ciò la Perco ritiene responsabile il Comune e per questo, nella costituzione in mora, ha richiesto un risarcimento danni (patiti e patendi) al Municipio pari a 20 milioni di euro e, inoltre, di essere sollevata dalle conseguenze del Lodo arbitrale che aveva dato ragione alla Valdadige Costruzioni spa. Quest’ultima è la società che avrebbe dovuto rilevare la proprietà del terreno dalla Perco entro il 30 giugno 2007, passaggio che non si era poi concretato per la mancata approvazione del piano particolareggiato necessario per l’intervento edilizio: da qui la decisione della Valdadige di procedere al giudizio arbitrale.

Nell’altra lettera, l’impresa diffida il Comune dal modificare - come previsto nel nuovo Prg - la disciplina delle aree costituenti il compendio immobiliare di vicolo Rio Martesin già di proprietà della Perco, con la richiesta di risarcimento da parte del Comune degli eventuali danni che da questa variazione dovessero derivare nell’ambito della causa in corso fra la Perco stessa e le società Gia srl e Airone 85 srl, entrambe di Roma, sul complesso di vicolo Rio Martesin.

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