Trieste, preside del Carducci presa a pugni dal prof

Aggressione scattata dopo un rimprovero fatto al neoassunto dalla dirigente scolastica. Per lei ferite guaribili in 15 giorni
Di Giulia Basso

Gran brutta avventura per la preside del liceo Dante Carducci, Oliva Quasimodo, che sabato scorso, a metà mattinata, è stata vittima di una violenta aggressione da parte di un supplente della scuola. Il docente, che l'avrebbe presa a pugni in faccia, è stato prontamente querelato dalla preside: il referto medico parla di contusioni guaribili in 15 giorni. L'atto di violenza - che ha innescato poi l’arrivo dei carabinieri e di un’ambulanza - non è accaduto però in mezzo agli studenti, in classe o in corridoio, ma nella sala della presidenza, perciò a quanto pare non ci sono testimoni che abbiano assistito al gesto.

Pare tuttavi che si sia trattato di un diverbio legato a questioni lavorative. Quindi nulla di personale. A scatenare l'ira del professore sarebbe stata una discussione relativa alle sue mansioni: al richiamo da parte della preside perché il docente non avrebbe svolto con attenzione la sua attività di sorveglianza nei confronti degli studenti, il prof si sarebbe inalberato, colpendola con un pugno in faccia.

Se i diverbi tra docenti e dirigenza scolastica non sono poi così rari, quello che è certamente sui generis è la reazione violenta del prof: se non è stato in grado di mantenere la calma davanti a un superiore, ci si chiede ora come possa essere in grado di gestire una classe di studenti del liceo, cosa per nulla facile vista l'esuberanza dell'età.

La dirigente scolastica è già tornata al lavoro: dice di stare un po' meglio, ma preferisce non rilasciare dichiarazioni sull'accaduto. Certamente comunque i carabinieri ora procederanno con gli accertamenti del caso.

L'autore dell'atto violento non è un docente in servizio da anni nella scuola, ma un nuovo insegnante entrato al Carducci dallo scorso dicembre, quindi da circa due mesi, in qualità di “docente potenziatore”. Quella del potenziatore è una nuova figura introdotta con la riforma della Buona Scuola, che prevede che in ogni istituzione scolastica ci siano in media 6/7 docenti che ricoprono questo ruolo. I “potenziatori”, oltre 47mila in tutt'Italia, sono stati assunti in fase C, ad anno scolastico già iniziato, con un contratto di lavoro a tempo indeterminato. In attesa dell'entrata in vigore del Piano dell’offerta formativa, che ne stabilirà dal prossimo anno le mansioni precise, ai "potenziatori" spettano al momento per lo più le supplenze sino a dieci giorni, anche in ordini di scuola diversi dello stesso istituto, e altre attività volte al miglioramento dell’offerta formativa, dal recupero al laboratorio.

Non sempre i “potenziatori” possiedono qualifiche per le classi di concorso relative alle materie insegnate negli istituti in cui finiscono a lavorare e a volte hanno fatto esperienza d'insegnamento in scuole di ordine diverso. È possibile dunque che il neoarrivato non fosse avvezzo alle dinamiche del liceo e che il suo gesto, eccessivo, violento, e comunque non giustificabile in alcun modo, sia stato indotto anche da una sua condizione di spaesamento in un ambiente da lui ancora poco conosciuto.

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