Trieste, presa la banda dei furti nelle ville

Indagati quattro albanesi tra i 28 e i 35 anni. La Squadra mobile li ha incastrati grazie a un piede di porco lasciato dai banditi lo scorso gennaio, durante l'incursione a Opicina culminata con una sparatoria

TRIESTE La Squadra mobile di Trieste ha arrestato la banda che lo scorso inverno ha seminato il panico in Carso con una serie di furti in alcune ville, tra cui una a Opicina, avvenuta lo scorso gennaio e culminata con una sparatoria.

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Il pm che ha indagato sulla complessa vicenda è Antonio Miggiani, il gip che ha disposto le misure cautelari in carcere è Guido Patriarchi. L’indagine, diretta dalla Procura della Repubblica di Trieste, è stata svolta dagli uomini della sezione “reati contro il patrimonio” della Squadra Mobile che sono riusciti a risalire ai malviventi grazie a un piede di porco da loro lasciato durante il furto.

Gli indagati sono quattro albanesi che hanno tra i 28 e i 35 anni, di cui uno con base a Trieste denunciato per favoreggiamento.

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In particolare tre dei banditi sono residenti ad Altamura, in provincia di Bari, e il quarto, residente a Trieste, aveva fornito ai propri connazionali il supporto logistico necessario per la commissione del delitto. Si tratta di S. L. classe 1983 e H.K. classe 1991, cui è stata applicata la misura cautelare in carcere. E' finito invece agli arresti domiciliari M.M., classe 1988.  Tutti dovranno rispondere, a vario titolo, del reato di furto aggravato, tentato omicidio e lesioni gravi.

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Foto BRUNI 24.08.2017 P.zza Libertà-controlli di Polizia

I tre sono stati rintracciati nelle prime ore della mattinata di oggi martedì 16 aprile dagli investigatori della Squadra Mobile giuliana con il supporto operativo dei colleghi di Bari, del Commissariato di Gravina in Puglia (BA) e del Reparto Prevenzione Crimine “Puglia Settentrionale”.

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Nel medesimo contesto il basista della banda, H.G. classe 1992, nato in Albania e residente a Trieste, è stato denunciato per il reato di favoreggiamento.

L’indagine è stata avviata appunto in seguito all’intervento della polizia in una abitazione di Villa Opicina -Trieste lo scorso 11 gennaio, quando la banda si era introdotta in una villetta al fine di commettere un furto. Nell’occasione i malviventi erano stati sorpresi dal vicino di casa, il quale dopo aver udito l’allarme anti intrusione, percorrendo un giardino interno, era andato nella proprietà adiacente, il cui proprietario era in quel momento assente, per verificare se vi fosse la presenza di estranei. Con sè aveva una pistola legalmente detenuta.

Non appena giunto nel giardino dell’attigua abitazione, la vittima aveva notato un soggetto travisato con passamontagna, con accento verosimilmente dell’est Europa che, alla sua vista, gli aveva lanciato contro dei pezzi di legno, colpendolo al volto. Aveva subìto anche diverse percosse con un piede di porco e successivamente con un cacciavite, entramvi sequestrati in sede di sopralluogo.

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Durante la colluttazione il malcapitato aveva esploso un colpo che aveva raggiunto il muro esterno dell’abitazione. Richiamato dallo sparo, si era mosso il complice che nel frattempo era uscito dall’abitazione. Dopo aver strappato di mano la pistola ed averla puntata al petto dell’uomo, unitamente all’altro malvivente, si era dato alla fuga a piedi, portando con sé l’arma, nonché la refurtiva.

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A seguito del pestaggio la vittima aveva riportato lesioni, fratture e traumi alla mano sinistra, alle spalle, alla testa ed all’addome che gli avevano cagionato un’incapacità ad attendere alle ordinarie occupazioni superiore ai 40 giorni, nonché l’indebolimento permanente della funzione prensile della mano.

Benché le abitazioni colpite risultassero prive di sistemi di videosorveglianza, il sopralluogo effettuato aveva consentito di rinvenire un piede di porco, abbandonato dai malviventi. Gli accertamenti sull’arnese utilizzato per lo scasso hanno condotto gli investigatori, tramite il marchio ed il numero seriale impresso sullo stesso, alla ferramenta dove era stato acquistato. Dallo sviluppo delle targhe delle autovetture presenti vicino all’esercizio commerciale, era stato individuata anche l’auto utilizzata dagli indagati, il cui proprietario è gravato da precedenti di polizia per sequestro di persona e sfruttamento della prostituzione.

Le ulteriori indagini tecniche hanno poi consentito di fissare, nell’area in cui si è consumato il delitto e in orario concomitante alla consumazione dei fatti oggetto di indagine, la presenza dei tre albanesi provenienti dal Sud Italia, i quali erano stati intercettati mentre si aggiravano nella zona nell’arco temporale durante il quale si erano registrati altri furti in abitazioni dell’Altipiano carsico.

I successivi approfondimenti investigativi, hanno permesso, infine, di raccogliere ulteriori elementi a riprova dell’ipotesi accusatoria, in forza della quale il terzetto, dedito alla commissione di furti in vari centri del territorio nazionale, dopo avere eseguito il colpo a Trieste, grazie anche al supporto fornito dal basista e connazionale H. G., aveva fatto rientro ad Altamura (BA).

Mentre gli inquirenti erano al lavoro per reperire prove per incastrare i tre, questi hanno continuato a fornire riscontri sugli stessi fatti ma anche a pianificare e commettere nuovi delitti. Lo scorso 18 marzo, infatti, su indicazioni di questa Squadra Mobile, i tre banditi sono stati tratti in arresto in Puglia dal personale del Commissariato di Martina Franca (TA) in flagranza di reato di tentato furto in una villetta. S. L. classe 1983 e H.K. classe 1991, rintracciati nei loro domicili pugliesi, ultimate le formalità di rito, sono stati condotti in carcere, mentre M.M. classe 1988, autista in occasione del colpo, è stato sottoposto agli arresti domiciliari, a disposizione della Procura della Repubblica di Trieste che coordina le indagini.

Nel corso delle perquisizioni sono stati rinvenuti, nella disponibilità degli indagati, diversi monili ed oggetti di verosimile provenienza illecita; inoltre, all’interno di un garage, nella disponibilità di H.K., è stato ritrovato un chilogrammo lordo di sostanza stupefacente del tipo marijuana.

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