Trieste prepara il Primo maggio “virtuale”. Dedica alle vittime tra medici e infermieri

Niente corteo per il centro, spazio a momenti simbolici in largo Irneri e via Ghega, canti dalle finestre e iniziative online
Un corteo del Primo maggio in centro: uno scenario quest’anno improponibile
Un corteo del Primo maggio in centro: uno scenario quest’anno improponibile

TRIESTE Quello di domani sarà certamente un Primo maggio molto diverso da ogni altro, senza il tradizionale corteo cittadino. Al suo posto ci saranno invece gli ormai consueti flash-mob alla finestra, le iniziative online e i gesti simbolici, a partire dalla dedica che i sindacati confederali intendono tributare ai medici e agli altri operatori sanitari caduti sul lavoro durante la lotta al coronavirus. Ma non mancheranno nemmeno coloro che non vogliono comunque rinunciare a manifestare scendendo fisicamente in piazza, benché in maniera individuale. Ecco dunque l’agenda dei principali eventi e proposte. Due sono gli appuntamenti clou pensati da Cgil, Cisl e Uil per domani mattina. I rappresentanti delle parti sociali saranno dapprima in largo Irneri, alle 11.30, dove poseranno una corona ai piedi del monumento ai Caduti sul lavoro.

«Saranno presenti due delegati per ogni sindacato, nel rispetto delle norme di sicurezza», spiega il segretario provinciale Cgil Michele Piga: «In questo momento ci sembra doveroso dare spazio ai temi della salute e della sicurezza, ricordando innanzitutto medici e operatori sanitari nonché tutti gli altri morti sul lavoro, in Italia e nel mondo.

Domani (oggi, ndr) dovremmo inoltre siglare in Prefettura il protocollo unitario su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Sarà un Primo maggio unitario, appunto, per valorizzare anche quanto condiviso finora».

Alle 12.15 i delegati confederali si sposteranno in via Ghega, per deporre un mazzo di fiori davanti al Conservatorio Tartini. Qui, il 23 aprile 1944, 51 persone furono assassinate durante una rappresaglia nazista: partigiani ma anche altri prigionieri politici, tra cui donne e adolescenti. Le vittime furono prelevate dalle carceri del Coroneo, impiccate e poi lasciate penzolare per giorni dalle finestre e lungo lo scalone interno del palazzo.

Tornando al presente, per fornire almeno una “parvenza” di Primo maggio, la Cgil farà circolare su tutto il territorio provinciale il furgone che abitualmente anima il corteo cittadino, allo scopo di far arrivare nelle case e nei cortili le canzoni che di solito caratterizzano la festa del lavoro.

Sulla pagina Fb dello stesso sindacato, alle 11.30, si esibiranno inoltre in diretta alcuni gruppi musicali locali. Rifondazione sottolinea come il Primo maggio ricorra «la festa del lavoro ma anche il 75.mo anniversario della liberazione di Trieste dal nazifascismo» ed esorta ad appendere qualcosa di rosso sulle case per l’occasione. Sempre domani, Rifondazione dà inoltre appuntamento a mezzogiorno per cantare da finestre e balconi l’Internazionale e “Vstala Primorska”, l’inno della Resistenza degli sloveni del Litorale.

Restando in tema di ricorrenze storiche, oggi, e cioè il 30 aprile, «ricordiamo l’anniversario dell’insurrezione cittadina contro il regime nazifascista», fa sapere la consigliera comunale di Italia Viva Antonella Grim, tramite una nota: «A fine aprile ’45 don Marzari diede l’ordine di insorgere e giovani coraggiosi come Fabio Forti, Lino Feliciano, Ercole Miani, Antonio Fonda Savio iniziarono la ribellione. Vorrei ricordare in particolare Forti e Feliciano, che ci hanno lasciato a settembre».

Come anticipato, però, non tutte le iniziative saranno virtuali o delimitate dalle mura domestiche. La Rete Trieste Antifascista-Antirazzista, che raccoglie le diverse anime della sinistra radicale, sollecita a «scendere in strada per la propria passeggiata, a partire dalle ore 11, con un cartello o un altro messaggio visibile: vogliamo riprenderci lo spazio fisico, riconoscerci seppur distanziati e rompere l’isolamento del virtuale». Raccomandando, tuttavia, di prendere «tutte le precauzioni per la salute propria e degli altri», la rete invita inoltre «chi vuole e può a passare a lasciare una testimonianza in campo San Giacomo, luogo storico di partenza del corteo del Primo maggio».

E ci sono infine i lavoratori dello spettacolo, per lo più precari, che si preparano a protestare.—


 

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