Trieste prenota l’ingresso nel club delle “città turistiche”

Presentata ufficialmente dal Comune la richiesta per ottenere l’attribuzione del riconoscimento e bypassare così i vincoli imposti a negozi e supermercati. Giunta Serracchiani verso il via libera
Due turisti con una cartina del Friuli Venezia Giulia
Due turisti con una cartina del Friuli Venezia Giulia

TRIESTE. Prima la “sfida” lanciata da alcuni gruppi della grande distribuzione, pronti a disobbedire all’obbligo di chiusura. Ora l’offensiva “istituzionale” sferrata dal Comune. È una battaglia su due fronti quella ingaggiata da Trieste nei confronti della Regione per riuscire a dribblare i limiti alle aperture festive dei negozi fissati dalla legge sul commercio approvata pochi mesi fa. L’ultimo atto di questo braccio di ferro, come detto, arriva dalla giunta Dipiazza. Che, poche ore fa, ha inoltrato alla Regione la richiesta per assegnare al capoluogo regionale il titolo di «località a prevalente economia turistica». Uno status che, come noto, consentirebbe a Trieste di derogare agli obblighi di chiusura dei negozi (compreso quello alle porte fissato al primo novembre). E che, secondo indiscrezioni, la giunta retta da Debora Serracchiani sarebbe disposta a concedere, e per giunta in tempi rapidi. Nei corridoi di Palazzo, infatti, si sussurra che il via libera alla “promozione” di Trieste a città turistica potrebbe arrivare già al termine della riunione di giunta di oggi.

 

 

Il capoluogo regionale punta quindi a tracciare una strada che altre “perle” del territorio regionale, da Cividale a Palmanova, passando per Aquileia e Gemona, potrebbero poi seguire per ottenere l’ambito status e conquistare di conseguenza autonomia in materia di orari e aperture di negozi, centri commerciali e supermercati. L'articolo 30 della legge regionale sul commercio stabilisce infatti che «nei comuni classificati come localita a prevalente economia turistica, gli esercenti determinano liberamente l'orario di apertura e di chiusura degli esercizi di commercio al dettaglio in sede fissa, sia nei giorni feriali sia in quelli domenicali e festivi». A godere di questo status ad oggi in Fvg sono solo Grado e Lignano Sabbiadoro.

A sponsorizzare questa linea, invitando l’amministrazione Dipiazza a fare pressing sulla Regione, era stata nei giorni scorsi anche la Confcommercio di Trieste, sommersa dalle proteste di alcuni gruppi della grande distribuzione contrari all'imposizione delle 10 chiusure da parte della Regione. Il calendario stabilito dalla nuova normativa, oltre al primo novembre, impone come noto lo stop anche nelle giornate del 1° gennaio, Pasqua, Pasquetta, 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno, 15 agosto, 25 e 26 dicembre. Stop che realtà come Bosco e Zazzeron non intendono però rispettare, tanto da aver già annunciato la volontà di tenere alzate le serrrande il giorno di Ognissanti, in barba alla norma. Altre realtà invece hanno già preannunciato che abbasseranno sì le serrande dei loro esercizi commerciali, ma che intendono avviare procedimenti giudiziari per ottenere dei risarcimenti qualora la Corte costituzionale il prossimo aprile dovesse bocciare definitivamente la legge.

 

Shopping free solo a Grado e Lignano
Il centro commerciale di Villesse

 

«Trieste ha tutte le carte in regola per ottenere questo riconoscimento, sono certo che la Regione avrà la sensibilità di assegnarle lo status», sottolinea l'assessore al Turismo, Maurizio Bucci, che lunedì prossimo porterà in giunta la sua delibera sulla promozione turistica di Trieste -. Si tratta di una marco-delibera che poi sottoporrò anche all'attenzione della Regione. Le sue capacità a livello turistico Trieste le ha già dimostrate, ora quei risultati vanno sostenuti anche economicamente».

Secondo Bucci peraltro le ricadute positive legate all’inserimento nel “club” di località a prevalente economia turistica, non si limiterebbero alle singole aperture nelle giornate festive. «Lo status di città turistica non garantisce solo delle deroghe a orari e giornate di apertura nel settore del commercio - osserva l'assessore - ma consente di ottenere maggiori attenzioni dal punto di vista economico sui progetti che riguardano il turismo».

I numeri per passare questo “esame”, a detta della giunta, Trieste li ha tutti. La dimostrazione arriverebbe dai numeri, con il boom registrati lo scorso anno di presenze da parte di ospiti stranieri (+15,3%) e l’aumento del 5,8% di pernottamenti italiani.

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