Trieste, post su Facebook contro il Comune: sanzioni per due dipendenti

Violato il Codice di comportamento con commenti sgraditi. Terranova: «Fatti avvenuti fuori sede e orario di lavoro»
Lasorte Trieste 08/01/17 - Piazza Unità, Municipio
Lasorte Trieste 08/01/17 - Piazza Unità, Municipio

TRIESTE Due dipendenti comunali aprono la loro pagina Facebook nelle rispettive residenze dove “postano” alcuni commenti che riguardano il Municipio, ovvero il loro datore di lavoro. Questi commenti, uno dei quali segnalato da un cittadino, non sono considerati accettabili dal vertice della struttura municipale, che di conseguenza commina due «lievi sanzioni» di carattere stipendiale ai reprobi.

È lo stesso segretario-direttore della macchina comunale, Santi Terranova, a confermare i provvedimenti assunti. L’articolo 8 del Codice di comportamento aziendale prevede al punto “d” che «fatti salvi i diritti di opinione e di critica costruttiva, il dipendente si astiene da commenti o giudizi pubblici denigratori sull’amministrazione o che comunque possano recare danno o nocumento all’immagine dell’ente».

Terranova non ha voluto entrare nel merito delle frasi postate e non ha nemmeno voluto dire in quale settore lavorino i due “commentatori”. Ha tenuto però, nel suo classico stile “aziendalista”, sottolineare che il fatto sanzionato si è consumato extra-moenia, cioè fuori dalle sedi comunali e fuori dall’orario lavorativo. Perché altrimenti non sarebbe bastato il Codice interno e si sarebbe passati al Codice penale con il reato di truffa. Una truffa consumata nei confronti dell’ente datore di lavoro. Terranova ha inoltre evidenziato che i due “multati” non hanno presentato ricorso, ricorso che dovrebbe essere inoltrato alla magistratura del lavoro.

Tutto chiaro? Fino a un certo punto. Perché resta un interrogativo: come mai le organizzazioni sindacali non ne sapevano alcunché? Perlomeno nulla sapevano le due sigle maggiori, Cisl e Cgil. Walter Giani, leader cislino, è perplesso, perché un dipendente “inquisito” ha il diritto di essere difeso. In genere ricorre a un sindacalista, ma può anche dotarsi di un legale. «Forse si tratta di colleghi che non hanno fiducia nei sindacati», smorza con un po’ di ironia da week-end. Ma non rinuncia alla controffensiva: «Questo vertice comunale è molto pronto nel riprendere i dipendenti che su Facebook si esprimono in maniera poco ortodossa. È invece molto meno pronto quando dovrebbe scusarsi con i sindacati per le cose sbagliate e calunniose che si sono dette sugli addetti dei servizi educativi». Giani fa riferimento ad alcune dichiarazioni del sindaco e di esponenti giuntali relativamente al bilancio 2019 sul quale avrebbero pesato i costi delle supplenze per l’assenteismo dei dipendenti dei nido, delle materne, dei ricreatori. L’esponente cislino aveva reagito accusando la carenza di organici come causa principale della spesa lievitata. —


 

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