Trieste, pittore lascia in eredità a Berlusconi casa e atelier

Nel suo testamento Glauco Dimini ha indicato l’ex premier come erede trasferendogli la proprietà di un alloggio in via Berlam e di un laboratorio in Viale
Silvio Berlusconi e la casa in via Berlam lasciatagli in eredità da Glaudo Dimini
Silvio Berlusconi e la casa in via Berlam lasciatagli in eredità da Glaudo Dimini

TRIESTE Se la villa di Arcore o Palazzo Grazioli a Roma non dovessero bastare, l’ex Cavaliere ha ora a disposizione un’alternativa triestina. Alternativa immersa nel verde in una zona signorile con tanto di poggiolo e vista mare. Silvio Berlusconi prende casa a Trieste, o meglio ne eredita una, in un edificio al secondo piano di via Berlam 27, dono dell'artista Glauco Dimini, scomparso due anni fa e in vita grande estimatore del leader politico. Poco meno di 90 mq organizzati in quattro vani in un contesto, per usare le espressioni degli agenti immobiliari, elegante e riservato.

Un regalo niente male, dunque, per Berlusconi. Ma non l’unico. Il benefattore triestino, giocando d'anticipo riguardo al tema giubilare della Misericordia, ha pensato di fare di più e di concedere al suo amato leader politico pure una proprietà in centro: un magazzino-atelier in zona Viale XX Settembre, all’altezza del Rossetti, che pare contenga ancora molte delle opere dello stesso Dimini: dipinti, fotografie, schizzi, elaborazioni grafiche, novelle e persino grottesche filastrocche, alcune composte in chiave di antidoto alle malattie, come la raccolta intitolata “Una vacanza”, redatta durante un ricovero al Maggiore in seguito ad una operazione di protesi all'anca.

Glauco Dimini viene ricordato come un uomo mite, sensibile, sicuramente estroso, appassionato non solo della saga berlusconiana, ma dell'arte in generale. «Era una persona a modo, gentile e sempre cordiale - ricorda Andrea Nobilio, dello Studio Nobilio-Vicig, la società immobiliare di via Carducci che gestiva l'appartamento di via Berlam lasciato in eredità -. Quando veniva da noi era sempre prodigo di piccole attenzioni per tutti, segretarie comprese, lasciandoci piccoli omaggi delle sue varie composizioni artistiche». Al pittore triestino non doveva mancare nemmeno una certa dose di humor. Lo testimonia anche epitaffio da lui vergato e che suonava così: «Ho finalmente qui tolto il disturbo».

In vita, come detto, il pittore-benefattore nutriva un’autentica ammirazione per Silvio Berlusconi. Nel 2014 fu infatti tra i firmatari della petizione lanciata a favore della candidatura dell’allora Cavaliere alle europee, ma già 14 anni prima sosteneva a distanza a modo suo l’ex premier, omaggiandolo con estemporanee creazioni, nello specifico delle “lettere illustrate” inviate direttamente a Villa San Martino, la residenza di Arcore, e apprezzate, come testimoniano alcuni carteggi, anche dallo stesso Sandro Bondi, all'epoca curatore della corrispondenza di Silvio Berlusconi prima di diventarne il segretario particolare.

Berlusconi, però, non era l’unico “idolo” di Glauco Dimini. A ricevere i suoi omaggi in passato è stato infatti anche il principe Emanuele Filiberto, il quale, nella risposta formulata a gennaio 2002 dalla segreteria di Ginevra, faceva a sua volta sapere di trovare i disegni dell'artista triestino «dotati di una forza che stupisce a prima vista».

A stupirsi, ora, saranno probabilmente i conoscenti di Dimini, che non immaginavano quanto fosse smisurata la sua passione per Silvio. Così come si stupiranno tanti altri triestini nell’apprendere che qualcuno ha scelto di lasciare in eredità un appartamento proprio all’ex Cavaliere. Che, chissà, di tanto in tanto potrebbe fare un salto in città, andando ad ingrossare le fila dei “vip”che, si vocifera, possiedano casa a Trieste. Di leggende metropolitane, in questo senso, ne circolano parecchie. Si va dall'appartamento di Putin dalle parti del Tergesteo a quello che avrebbe rilevato l'attore Silvester Stallone nella Baia di Sistiana.

Leggende moderne, appunto. Il secondo piano di via Berlam 27, e il magazzino/laboratorio in Viale, invece, sono una realtà come testimoniano giacenze testamentarie, curatori e un cantiere che ha già avviato i primi interventi di riqualificazione. Manca solo il passaggio fondamentale, quello più atteso: la consegna delle chiavi al nuovo padrone di casa.

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