Trieste, piscina Bianchi costretta a un nuovo stop

Dopo la rimozione del controsoffitto il polo natatorio resterà chiuso fino al 16 settembre per la manutenzione ordinaria
Il polo natatorio di Sant’Andrea intitolato a “Bruno Bianchi” (fotoservizio di Andrea Lasorte)
Il polo natatorio di Sant’Andrea intitolato a “Bruno Bianchi” (fotoservizio di Andrea Lasorte)

È un’estate travagliata quella che stanno attraversando il polo natatorio ”Bruno Bianchi” e le migliaia di persone, agonisti e non, che lo frequentano. Dopo l’intervento di urgenza per rimuovere i 6mila metri quadrati di pannelli (pericolanti) che costituivano il controsoffitto, lavori conclusi in anticipo agli inizi di questo mese, l’affollato impianto di Passeggio Sant’Andrea è costretto ora a un altro stop.

Questa volta si tratta di tre settimane - da ieri al 16 settembre (riaprirà il 18) - e senza la disponibilità della piscina esterna, come in occasione del precedente intervento. Anche se si tratta della manutenzione annuale, effettuata tradizionalmente in questo periodo, non si può non considerare il disagio per le società sportive e per i tanti appassionati.



«Solitamente l’impianto restava chiuso per un mese - ricorda Franco Del Campo, direttore del centro federale Fin, che gestisce il polo natatorio per conto del Comune -. Nonostante la mole di lavori da effettuare, abbiamo ristretto i tempi al massimo, limitando la chiusura a tre settimane. Per dare un’idea, solo il riempimento delle vasche interne e il riscaldamento dell’acqua richiedono una settimana».

La manutenzione ordinaria interessa chiaramente tutto il complesso, fatta eccezione per la piscina esterna. Si parte con l’impianto elettrico, per passare poi alla caldaie, ai filtri dell’acqua, alla pulizia delle due vasche e dei piani vasca. Ma sono anche da ripulire metri e metri di mancorrenti e altri elementi in acciaio inox, fra cui alcune strutture dei trampolini, sui quali, per motivi non meglio chiariti, la ruggine si manifesta in continuazione.

Silvano Trieste 23/06/2017 Piscina Bruno Bianchi
Silvano Trieste 23/06/2017 Piscina Bruno Bianchi


Al di là della manutenzione ordinaria, ci sono poi altri problemi che i gestori del polo natatorio dovranno affrontare nei prossimi mesi. In mancanza del controsoffitto, rimosso come si diceva a luglio, non c’è più l’isolamento fra i vasti ambienti e il tetto. E ciò, oltre a comportare il rischio che si crei la condensa sulla superficie interna del tetto, determina un aumento dei volumi interni che si dovranno riscaldare, con un conseguente aumento dei costi.

La rimozione del controsoffitto era comunque improcrastinabile. I “cedimenti” dei pannelli, che per fortuna non hanno mai causato danni alle persone, erano fra i difetti di costruzione segnalati da molto tempo, fin quasi dai mesi successivi all’apertura dell’impianto nel 2005, e che si erano intensificati negli ultimi due anni. E ciò non senza contare le infiltrazioni dal tetto, che hanno prodotto la formazione di ruggine su numerosi elementi metallici che sostenevano i pannelli stessi.



«Quei lavori, pur indispensabili - rileva Del Campo - hanno creato una grave emergenza organizzativa. Siamo stati costretti a chiudere le vasche interne, con evidenti disagi per le società sportive, al punto che i tuffatori agonisti sono stati costretti ad andare ad allenarsi in altre città. Debbo dire - aggiunge - che il Comune si è mosso con grande rapidità e competenza. Del resto l’impianto è troppo prezioso, non solo per Trieste. Fra società sportive e gente che viene a nuotare abbiamo oltre 200mila utenti all’anno. Nessun impianto sportivo ha un utilizzo così intenso». Non per niente il presidente regionale del Coni, Giorgio Brandolin, durante un recente sopralluogo al polo natatorio, pur apprezzando la rapidità della rimozione dei pannelli ha rimarcato l’importanza di «fare al più presto anche un intervento risolutivo per il tetto».

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Silvano Trieste 23/06/2017 Piscina Bruno Bianchi


Questa seconda fase richiederà diversi mesi, e un costo non da poco, che i tecnici comunali stimano in un milione di euro. «Dobbiamo rifare la copertura con un sistema diverso- spiega l’assessore comunale allo Sport, Giorgio Rossi - visto che il controsoffitto non ha funzionato. Stiamo studiando quale tecnologia adottare. Al 90% si tratterà di un manto isolante da stendere sul tetto». Un’operazione non semplice, dunque, che fra progettazione, reperimento dei fondi e bando di gara fa prevedere l’avvio dei lavori non prima della prossima primavera.
 

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