Trieste, picchiato di nuovo dallo stesso passante
TRIESTE È successo ancora, all’improvviso. I cani, due piccoli maltesi, hanno riconosciuto l’aggressore dell’altra volta ma non hanno neanche fatto in tempo ad abbaiare. Alla fine il proprietario - Edoardo Strippoli, 53 anni, l’uomo che il 20 settembre mentre passeggiava a San Giovanni era stato raggiunto da un pugno devastante a un occhio - è stato nuovamente picchiato di santa ragione. Sempre, da quanto appreso, dalla stessa persona. Questa volta per vendetta. Ma U.K., 39 anni, che era in compagnia di un’amica, se l’è presa pure con la figlia di Strippoli. E poi con la moglie e l’altro figlio minorenne che dopo poco sono accorsi per prestargli aiuto.
Risultato: Strippoli e l’intera famiglia sono finiti all’ospedale. Per l’aggredito e la figlia la prognosi è di sei giorni. La moglie guarirà in sette. Il figlio più piccolo in 15. Per tutti ematomi e lesioni varie.
L’episodio si è verificato l’altra sera nel rione di San Giovanni, in via Donatello, all’incrocio con viale Sanzio. Anche questa volta Edoardo Strippoli era uscito di casa - in questo caso con la figlia - per andare a fare una passeggiata con i due cani, due maltesi di piccola taglia. Racconta: «Sono stato aggredito all’improvviso alle spalle. Mi hanno colpito con otto pugni sulla schiena e non so neanche il perché». È sconvolto e il volto è tumefatto. Aggiunge: «Non mi sento sicuro neanche a portare i cani in strada. Spero che la polizia riesca a prendere i provvedimenti indispensabili perché in questa zona c’è gente pericolosa. Brutta gente. Ma finora nessuno ha fatto niente».
L’episodio, come detto, è il seguito di quanto accaduto il 20 settembre. E anche in questo caso è stato innescato - evidentemente - dall’abbaiare dei cani che davano fastidio all’aggressore, che lo avevano riconosciuto. Continua Strippoli: «Tutto, però, è accaduto in un attimo. Mi ero appena chinato per raccogliere i bisogni dei cani e sono stato raggiunto da una gragnuola di colpi alla schiena. A colpirmi è stata prima una donna e poi l’uomo che era con lei, lo stesso dell’altra volta. Mi hanno urlato “infame”, probabilmente perché dopo i fatti di settembre ho subito sporto denuncia». Anche la figlia, come detto, è stata picchiata. Altri pugni e calci. Motivo? Lo hanno spiegato, urlando, gli aggressori: «Perché li avevo “sputtanati” su Facebook raccontando quello che era successo l’altra volta». «Siamo fuggiti di corsa con i cani andando verso la sede della società del San Giovanni. E da lì finalmente sono riuscito a chiamare la polizia». Intanto si sono precipitati in strada la moglie e il figlio minorenne di Strippoli. Che hanno tentato di bloccare la coppia di energumeni. Nel frattempo è arrivata una pattuglia della Squadra volante e gli agenti sono riusciti a bloccare E.K. e la donna che era con lui. Mentre Strippoli e la famiglia sono stati accompagnati in ospedale, gli aggressori sono stati portati in Questura. Dove sono stati identificati.
Intanto è stato inviato un rapporto alla Procura. Si sfoga Strippoli (che ieri si è rivolto agli avvocati Stefano Alunni Barbarossa e Sara Pecchiari): «Non è possibile che a Trieste si verifichino episodi del genere. Non è possibile che circoli gente di quel tipo». E poi ancora: «Quando io e mia figlia urlavamo “aiuto, aiuto” qualcuno delle case vicine che era alla finestra si è ritirato e non ha neanche chiamato la polizia. Solo mia moglie e mio figlio si sono precipitati in strada per bloccare quei due....».
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