Trieste, piano traffico sotto attacco. L'ex sindaco Roberto Dipiazza riesuma il “ring”
TRIESTE Il centrodestra che alza le barricate su via Mazzini rilancia sulla pedonalizzazione di Corso Italia. Un lungo viale che partirebbe da piazza della Borsa, con arredi urbani e marciapiedi più larghi. Una vecchia suggestione che potrebbe fare capolino nel programma elettorale del candidato sindaco Roberto Dipiazza. I suoi spingono per quest’ipotesi: uno stop totale ai mezzi. E non solo parziale, riservato cioè esclusivamente ai bus, come già indicato nel Piano del traffico. E si dicono pronti a una revisione del Piano in caso di vittoria nel 2016, convinti come sono che la giunta Cosolini non ce la farà a ripavimentare l’asse che collega piazza Goldoni alle Rive, appena pedonalizzato, entro il mandato. Ci riuscisse, escluderebbe automaticamente qualsiasi velleità su una chiusura di Corso Italia. «Impossibile che ce la facciano - mormorano soprattutto in casa Fi e Ncd - perché ci vogliono risorse economiche, un progetto e i tempi della gara d’appalto». Ma si arrivasse al 2016 senza un cantiere, il centrodestra sarebbe pronto a riaprire la partita.
Dipiazza non si sbottona più che tanto, ma ha qualcosa che gli frulla in mente. Potrebbe ad esempio rispolverare l’idea del “ring”, un unico giro tra Rive, Passaggio Sant’Andrea, gallerie di San Vito, via Carducci e piazza Libertà. «All’interno - riflette l’ex primo cittadino - restano il Borgo Giuseppino e il Borgo Teresiano, da servire con bus elettrici. A suo tempo avevamo fatto una bozza del piano del traffico, con modifiche migliorative per via Battisti e via Ginnastica e via Rossetti, in cui si sarebbe dovuto invertire il senso di marcia. In tutto questo c’è una logica. Perché un conto è fare un piano sensato, un altro è chiudere una via e basta a casaccio, come è stato fatto». I possibili alleati di centrodestra vanno oltre e immaginano già qualche soluzione percorribile. Il forzista Piero Camber è netto: «Via Mazzini è stato un flop spaventoso - commenta - ma se cominciano a ripavimentare davvero non si torna più indietro. Se c’è una via che va pedonalizzata è certamente Corso Italia, perché è in grado di offrire un unico lungo percorso con piazza Unità e piazza della Borsa, con marciapiedi larghi per i pedoni e tavolini fuori dai locali».
Paolo Rovis di Ncd è più propenso a una strategia “parziale”. «Il piano del traffico approvato due anni fa - puntualizza - oltre a via Mazzini prevede già che in Corso Italia possano passare soltanto i bus. La mia proposta è che in via Mazzini sia destinata al transito degli autobus a scendere. Così in Corso Italia, ma con il passaggio a salire. In questo modo per entrambe le strade si possono ingrandire i marciapiedi per i pedoni e si garantisce, nel contempo, il trasporto».
Dal canto suo, però, l’assessore Elena Marchigiani tira dritto: «La riqualificazione potrà partire nei prossimi mesi con piccoli e graduali interventi. Cominceremo - annuncia - creando una corsia colorata per le biciclette e i mezzi di emergenza, sul modello di altre città europee. Le proposte del centrodestra? Avevano un piano del traffico pronto all’approvazione quando governavano - precisa - ma non hanno avuto il coraggio di metterlo in concreto. Adesso tirano fuori questa storia? Mi pare ridicolo e poi mi sembra anche un brutto messaggio da dare in campagna elettorale, cioè voler cestinare tutto ciò che ha fatto un’altra amministrazione. Io sono convinta che la scelta su via Mazzini sia stata corretta, anche perché consente di valorizzare piazza della Repubblica».
Ma il forzista Lorenzo Giorgi insiste: «Così facendo si è perso un importante snodo per i bus. Io sono favorevole invece a Corso Italia pedonale, con la possibilità del transito per gli autobus ma restringendo la carreggiata e realizzando marciapiedi più larghi per la gente». Alessia Rosolen di Un’Altra Trieste si dice “sbigottita” dal dibattito di questi giorni: «Ormai è diventato un tema ideologico. Comunque ricordo che pure Dipiazza nel suo programma elettorale parlava di via Mazzini pedonale».
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