Trieste, un piano per recuperare l’antica sede dell’ateneo in via dell’Università 7
La struttura sarà divisa e il lato di via Baciocchi verrà ceduto a UniTs. L’altra metà tornerà al Comune e finirà messa all’asta per l’alienazione
Il Comune e l’Università di Trieste hanno raggiunto un accordo per sbloccare il destino dell’immobile in via dell’Università 7, da un secolo sede storica dell’ateneo ma da anni parzialmente inutilizzato.
Il palazzo verrà frazionato in due parti. La prima, l’androna con entrata su via Baciocchi (l’unica attualmente sfruttata dal dipartimento di Studi umanistici), continuerà a ospitare lezioni e attività didattiche, con la prospettiva di essere definitivamente ceduta alla stessa Università. L’altra parte, la sezione ormai in abbandono di fianco a Palazzo Artelli, verrà messa all’asta dal Comune.
L’operazione, seguita dall’assessore al Patrimonio immobiliare Elisa Lodi, punterà quindi a «ridare nuova vita a quel palazzo storico, che da tempo – annota Lodi – necessita di una riqualificazione, con la speranza di poterlo vedere finalmente sfruttato e valorizzato».
Tutto parte da una corrispondenza formale avviata lo scorso novembre tra l’ateneo e il Comune per arrivare a un accordo di programma finalizzato a sciogliere l’attuale vincolo di destinazione d’uso, perpetuo e a favore dell’Università. Il palazzo risulta infatti di proprietà del Comune, ma dal 1924 è sede dell’ateneo, tramite una convenzione stipulata pochi anni dopo.
Da allora l’Università vi ha ospitato numerose attività; in ultimo quelle del dipartimento di Studi umanistici, presenti sul lato con entrata da via Baciocchi con aule didattiche e informatiche, oltre a un’aula magna da 240 posti.
Ma il resto dell’edificio, come ripercorre anche la direttrice generale di ateneo Luciana Rozzini, «non è più adatto, per conformazione, a ospitare aule o uffici dell’ateneo».
Tenuto conto delle condizioni dell’immobile, ora l’Università ha pertanto rinunciato al vincolo di utilizzo perpetuo, con «l’auspicio – spiega Rozzini – di poter acquisire la proprietà della sola porzione dell’androna Baciocchi, per continuare a utilizzarla per scopi istituzionali».
L’accordo, spiega la dirigente comunale ai Servizi immobiliari Lucia Tomasi, avrà l’obiettivo di ottenere la maggior valorizzazione possibile per l’immobile. «Oltre alle regolarizzazioni catastali e tavolari, l’operazione più rilevante – annota Tomasi – sarà quella di ottenere un frazionamento condominiale».
Dopodiché, ottenuta l’autorizzazione all’alienazione da parte del ministero della Cultura, trattandosi di un edificio vincolato (fu costruito a metà Ottocento, in stile neoclassico), sarà possibile procedere alla valutazione delle due unità immobiliari.
A quel punto, l’obiettivo è procedere con due cessioni separate. La parte su via Baciocchi, come detto, sarà offerta (come vendita della nuda proprietà) all’Università, che potrà continuare a utilizzarla come sede. L’altra, ammalorata e da troppo tempo trascurata, sarà venduta a terzi tramite procedura di evidenza pubblica, con l’obiettivo di individuare un futuro proprietario che possa finalmente ridare nuova vita all’immobile.
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