Trieste piange Giovanni Cervesi l’ingegnere che ridisegnò la città

Il professionista prestato alla politica ha firmato negli anni molti dei più importanti interventi urbanistici
Laura Tonero
Silvano Trieste 30/01/2010 Ing. Giovanni Cervesi
Silvano Trieste 30/01/2010 Ing. Giovanni Cervesi



A Trieste era per tutti l’ingegnere. Giovanni Cervesi si è spento a 76 anni, dopo che la malattia l’aveva spinto a ritirarsi a vita più riservata nella sua villa di Opicina. Nato a Cattolica, ma triestino d’adozione, ha dato forma e ridato lustro ad alcuni dei palazzi più prestigiosi della nostra città.

Ex ufficiale dei carabinieri, già vicepresidente della Provincia tra le fila dell’allora Partito repubblicano italiano, si era avvicinato a Forza Italia quando il partito di Silvio Berlusconi aveva mosso i primi passi, per poi sposare con convinzione l’esperienza politica nell’orbita civica della Lista Illy.

Eletto sindaco, Riccardo Illy affidò infatti proprio a Cervesi l’assessorato all’Urbanistica. È con quella delega che l’ingegnere riuscì, nel 1997, a redigere e a far approvare con la stessa giunta Illy il nuovo Piano regolatore dell’epoca che, tra le varie cose, avrebbe dato poi il “la” alla trasformazione di Cittavecchia.

Non basterebbe una pagina del Piccolo per elencare tutti gli interventi che in città portano il suo nome. Ha progettato ad esempio il restauro del palazzo del Tergesteo e pure il centro residenziale Verde Mare nell’area dell’ex filiale della Fiat di Campo Marzio.

E c’è inoltre la firma del suo studio sul progetto che ha visto la costruzione del nuovo monastero delle Madri Benedettine di San Cipriano nell’ex sede dell’Ersa a Prosecco: un intervento complesso, durato diversi anni, che ha consentito alle Benedettine di trasferirsi dall’ex convento sotto San Giusto al Carso. Cervesi ha curato anche il restauro dell’Hotel Savoia, dell’attuale veste dell’Hotel Riviera e, da ultima, la delicata riqualificazione di palazzo Aedes, il grattacielo rosso delle Generali che domina il waterfront triestino. Per il gruppo Fincantieri, proseguendo nel suo lungo curriculum, Cervesi ha seguito tutte le fasi di progettazione e direzione dei lavori del palazzo della Marineria.

Nell’ambito poi delle realtà scientifiche, tra gli interventi dello Studio Cervesi è da menzionare il progetto del Piano particolareggiato dell’area destinata alla macchina di luce del Sincrotrone.

Cervesi ha rivestito anche l’incarico di presidente di Acegas e di membro del Cda di Autovie Venete. Dal 1996 è stato a lungo console dei Paesi Bassi e nel 2013 era divenuto anche decano del Corpo consolare di Trieste.

Uomo dalla forte personalità, esuberante, ironico e sempre pronto alla battuta, amante dei cani, coltivava anche la passione per le automobili e soprattutto per le moto. Nel suo “parco moto” Giovanni Cervesi aveva custodito, oltre a delle Benelli, anche una storica, raffinata e rara Motobi Spring Lasting. Ma adorava spostarsi anche sulla sua Vespa Piaggio.

«Trieste perde una figura straordinaria, come professionista e come uomo», ha commentato ieri il sindaco Dipiazza: «Era un uomo fantastico. Appena ero stato eletto sindaco di Trieste veniva in Comune da me, ci facevamo delle lunghe chiacchierate, e lui dava sempre prova di grande praticità. Capiva i problemi che può trovarsi di fronte un’amministrazione comunale e trovava soluzioni. Un abbraccio alla famiglia». A ricordarlo è anche Franco Bandelli, molto vicino alla famiglia Cervesi e collaboratore dello studio per il progetto di realizzazione del monastero di San Cipriano: «Nella mia rubrica Giovanni Cervesi è memorizzato come “ingegnere capo” – testimonia commosso – e per me rimarrà un maestro a livello professionale e di vita».

Giovanni Cervesi lascia i figli Francesco, che ha affiancato il padre nel suo lavoro, Chiara e Anna, e due nipoti.—



Riproduzione riservata © Il Piccolo