Trieste, pesta e minaccia di morte la moglie: indagato
TRIESTE Un altro caso di violenza familiare su una donna. L’ennesimo che si consuma a Trieste. E ancora una volta tra le mura domestiche. La Procura ha messo sotto indagine un settantenne di origini siciliane, ma da anni residente in città. È accusato di maltrattamenti, lesioni personali aggravate e atti persecutori ai danni della moglie. Il gip Luigi Dainotti ha disposto a carico dell’uomo la misura cautelare del divieto avvicinamento alla compagna, oltre che di comunicazione con qualsiasi mezzo.
Il settantenne, inoltre, dovrà allontanarsi immediatamente dall’abitazione coniugale. Una decisione, questa, scattata in seguito a quanto riferito dalla vittima e accertato dagli inquirenti anche attraverso la documentazione medica: i referti del Pronto soccorso confermano le violenze subite dalla donna. Le tensioni nella coppia - stando alle ricostruzioni - si trascinavano dal 2016, con liti sempre più violente. L’uomo quando si arrabbiava scaturiva in comportamenti totalmente fuori controllo: urlava, sfasciava i mobili e lanciava oggetti.
Scenate che spesso sfociavano in pestaggi. La donna ha raccontato di essere stata aggredita varie volte: «Lui mi afferrava per i capelli e mi sbatteva la testa – ha spiegato nella sua denuncia – e mi prendeva a calci e a pugni in varie parti del corpo».
Gli ultimi episodi, stando a quanto emerso, si sono verificati sia a dicembre che a gennaio. «Un giorno sono stata anche minacciata di morte... lui ha preso in mano un martello gridandomi che la prossima volta mi avrebbe distrutto», ha testimoniato la moglie.
Le aggressioni in casa si alternavano alle scenate di gelosia, in cui il settantenne pretendeva di controllare il cellulare della coniuge. L’uomo ne seguiva gli spostamenti: «Dove sei andata? Chi hai visto? Con chi ti sei incontrata?». Domande cui facevano seguito insulti di ogni tipo. Non sono mancati gli interventi delle forze dell’ordine, piombati nell’abitazione in più di un’occasione. «Io ho tentato di allontanare mio marito – ha riferito ancora la vittima – ma lui mi perseguitava con messaggi Whatsapp e telefonate continue. E si presentava sotto casa suonando ripetutamente il campanello». Tutte mosse, queste, che hanno comportato nei confronti dell’uomo anche un’accusa per stalking.
I casi di violenza domestica in città sono purtroppo diffusi. Le vittime, oltre che alle forze dell’ordine, si possono rivolgere anche alle associazioni antiviolenza, a cominciare dal Goap.—
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