Trieste perde sempre la sfida dei rifiuti
«Moltiplicandosi vertiginosamente, i rifiuti pongono all’ordine del giorno, come questione ineludibile per la sopravvivenza della civiltà, il problema del loro smaltimento. Invero, non sappiamo mai bene come eliminarli. La loro tendenza è quella di “ritornare”». Lo scrive Rocco Ronchi in un articolo, pubblicato dalla rivista Aut Aut, dedicato alla figura dello zombie. La lotta agli zombie intrinsechi alla società dei consumi, i rifiuti, procede in Friuli Venezia Giulia seguendo tutti i crismi di una storia di morti viventi: c’è l’eroe che fa tutto da solo, c’è quello che è rimasto indietro ma spera di riuscire a riunirsi agli altri sopravvissuti. Tutto come in una serie televisiva americana, soltanto un po’ meno emozionante.
Secondo i dati sulla raccolta differenziata dei rifiuti urbani nel 2013 (pubblicati dal sito di Arpa Fvg) il quadro regionale presenta grandi differenze fra le diverse province: Pordenone è senza dubbio l’area più avanzata, con un livello di differenziata che sfiora l’80%. In buona posizione si piazzano anche Udine (66%) e Gorizia (oltre il 60%). La Cenerentola della differenziata del Friuli Venezia Giulia è, ormai da anni, la provincia di Trieste, che si accinge però a cambiare marcia: l’adozione della raccolta di rifiuti umidi nel capoluogo potrebbe innalzare nel giro di un anno l’attuale percentuale, inferiore al 30%.
Guardando alla serie storica dei dati, tutte le province crescono, chi più chi meno, ormai da più di tre lustri. Nel 1998 stavano tutte attorno al 10%. Nel corso degli anni Udine e Gorizia hanno aumentato la loro percentuale in modo più o meno uniforme. Le eccezioni sono, appunto, Trieste, che è rimasta al di sotto anche della soglia prevista dall’Ue per il 2006, e Pordenone che ha invece ampiamente realizzato tutti gli obiettivi preposti.
L’assessore all’Ambiente della Provincia di Pordenone Stefano Zannier riassume così la situazione del suo territorio: «Quest’anno abbiamo superato la soglia dell’80%. E, per la precisione, il 90% della popolazione supera il 75% della differenziata». I margini di miglioramento a questo punto sono limitati, confessa l’assessore: «Non dico che siamo al massimo ma ci siamo vicini. Quel che si può fare ora è lavorare sulla differenziazione».
L’assessore udinese Carlo Teghil dichiara: «La situazione nella nostra provincia è buona, rientriamo nei parametri richiesti dalla legislazione europea. L’unico neo da segnalare è il fallimento di alcune aziende che gestivano la raccolta». Le prospettive udinesi? «Realizzare strutture per il riciclo dei rifiuti differenziati».
L’assessore triestino Vittorio Zollia spiega che la sua provincia è prossima alla svolta. Se fino a ora la presenza dell’inceneritore portava la città ad adagiarsi sugli allori (per così dire), le cose stanno per cambiare: «L’avvio della raccolta dell’umido a Trieste città sarà un passo fondamentale, contiamo di aumentare del 15% la percentuale complessiva». Il culmine di un processo già avviato: «Siamo cresciuti del 7,9% negli ultimi due anni. Il 29% attuale è ancora bassissimo rispetto alle medie nazionali ma con la raccolta dell’umido dovremmo avvicinarci al 40%, soglia attualmente toccata solo da San Dorligo e sfiorata da Muggia».
L’assessore goriziana Mara Cernic dichiara: «La nostra percentuale è buona. Il margine di miglioramento che stiamo studiando è sul secco residuo, ovvero la possibilità di aprire e filtrare i sacchi dei rifiuti indifferenziati: potremmo guadagnare un 15% di materiale da immettere nella filiera del recupero. Questo mese avvieremo le sperimentazioni». L’altro fronte su cui la Provincia spera di lavorare è quello della tassazione: «Vorremmo introdurre il “chi inquina paga”, ovvero una tassazione proporzionale alla quantità di indifferenziato prodotto. Sarebbe un buon incentivo, oltre che un sostegno sociale».
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