Trieste, pennini d’oro e inchiostri in vetrina

TRIESTE Riparte la corsa della penna stilografica. Dopo anni segnati dalle cicatrici di una crisi che ha ridisegnato il settore i pennini d’oro, gli inchiostri, le costruzioni in ebanite ben tornita e colorata si ripropongono al pubblico a Trieste in una mostra che ha aperto i battenti alle 10 (e resterà aperta fino alle 17) nella Sala congressi dell’Hotel Filoxenia di Riva 3 novembre.
L’appuntamento L’iniziativa è di Enrico Lena, che ha voluto riproporre una sua idea nata e concretizzata negli Anni Novanta. È questa infatti la diciottesima edizione dell’Alpe Adria Pen Show nato nel lontano giugno del 1997 e sospeso nel 2015 e nel 2016 a causa delle difficoltà economiche che hanno completamente ridisegnato il profilo di questo settore.
La gloriosa Omas di Bologna non esiste più: è stata spazzata via da ripetuti cambi di proprietà e nemmeno la generosa offerta dei dipendenti di acquisirne il controllo attraverso una cooperativa ha indotto i finanzieri cinesi ad accettare la proposta che avrebbe consentito di proseguire la produzione.
La situazione del mercato In altri termini, come accade nel mercato automobilistico, non c’è più spazio per i costruttori di medie dimensioni. Resistono i colossi che fanno parte del cosiddetto “mondo del lusso” e trovano spazio gli artigiani.

Domani ad esempio verranno presentati nel corso del Pen Show i modelli costruiti dalla Loclen, una ditta nata da poco nel trevigiano per iniziativa di Carlo Vazzoler. Una ventina di tavoli da esposizione sono già stati prenotati da collezionisti di penne d’epoca, quelle che a partire dai primi anni del Novecento hanno saturato il mercato americano dove agivano ben cinquantotto diverse aziende.
Nel Vecchio continente In Europa la stilografica è sbarcata assieme ai soldati Usa impegnati nella Grande Guerra. La Parker aveva creato un modello robusto e affidabile dedicato ai ragazzi in divisa che scrivevano a casa.
I nostri soldati, quelli che non erano analfabeti, al contrario usavano la matita copiativa. Con l’avvento della penna biro negli Anni Cinquanta, la storia della stilografica sembrava finita. Invece la sua storia è continuata con modelli sempre più perfezionati.
Fascino inscalfibile Anche il computer avrebbe dovuto metterla all’angolo, così come la grande crisi economica del 2007. Invece il pennino d’oro, gli inchiostri colorati, la bella scrittura, l’oggetto di prestigio, sono sopravvissuti a tutte queste traversie. Riprendono la corsa, con nuove idee e nuove suggestioni. Per verificarlo di persona è sufficiente attendere domani mattina.
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