Trieste, Pdl verso il congresso Savino si ricandida “blindata” da Camber
Esce dalla porta principale. Rientrerà da quella di servizio, senza dare troppo nell’occhio. Sì, perché alla fine a pesare più degli altri, nell’assetto del Pdl triestino, sarà sempre il senatore Giulio Camber: sulla scacchiera l’ultima mossa la farà lui. Per blindare Sandra Savino nel suo ruolo di coordinatore provinciale del partito, nonostante l’incompatibilità (prevista dal regolamento inoltrato ai referenti locali del Popolo della libertà dal segretario nazionale Angelino Alfano) con la veste di assessore regionale.
Ma per arrivare allo scacco matto, con probabile delega ad personam, il Pdl di Trieste si è costruito un percorso tutto particolare. L’altra mattina, infatti, la stessa Savino e il vicecoordinatore vicario della costola provinciale del partito, Piero Tononi, hanno incontrato a Roma - assieme al coordinatore regionale Isidoro Gottardo - Denis Verdini, cioè uno dei coordinatori nazionali del Pdl, e il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri. Sul tavolo la questione del congresso provinciale e il famoso documento di “Riconoscimento di operatività concorde” predisposto da Giulio Camber e firmato dall’allora premier Silvio Berlusconi prima delle elezioni amministrative di Trieste: uno scritto con cui, in cambio del sostegno alla candidatura a sindaco di Roberto Antonione (mal digerita all’epoca dalla cosiddetta “base”), si blindava di fatto la composizione del coordinamento provinciale pidiellino sino al 31 dicembre 2013. Specificando addirittura: «senza ulteriori congressi». Beneficio però a cui Savino e Tononi hanno deciso di rinunciare: «Avremmo potuto avvalerci di qualche “situazione di principio” - spiega Tononi riferendosi al patto Berlusconi-Camber - ma abbiamo preferito scegliere la strada del congresso». Che si terrà domenica 4 marzo alla Stazione marittima, con orario di inizio da definire sulla base degli impegni di chi sarà chiamato a presiederlo fra i big romani. «Ci presenteremo al congresso - continua Tononi annunciando che gli uscenti si riproporranno - forti del bagaglio di esperienza maturato in questi anni. Noi non abbiamo mai fatto passi indietro, né di lato, né furbate». I rumors dicono che nel Pdl locale si stia viaggiando verso un congresso unitario, con la presentazione di una sola lista, quella guidata per l’appunto da Savino e Tononi, ricandidati per i ruoli di vertice sempre nell’attuale ordine, e completata dai nomi pronti a far parte del direttivo. Non è escluso possano scendere in campo all’ultimo dei competitor, anche se Roberto Dipiazza - fedele al Pdl ma in conflitto con i suoi vertici triestini - pare non avere uomini da mettere in campo, mentre i fedelissimi dell’ormai ex Pdl Roberto Antonione sembrano essere troppo pochi.
Non sfugge che Savino abbia rinunciato all’immunità “camberiana”. Per ora. «Non è ineleggibile», osserva Tononi. Ma, se confermata come si annuncia, sarà incompatibile. E qui il suo vice vicario non aggiunge più nulla. È chiaro però che, una volta rieletta, il suo caso sarà valutato dal partito a livello centrale: e lì l’intesa Berlusconi-Camber spunterà di nuovo, facendo pesare i propri contenuti. Della serie: Trieste non ha puntato i piedi accettando il congresso, ma adesso passa all’incasso. Perché c’è un accordo firmato, e non dall’ultimo arrivato nel Pdl. Bensì da Silvio Berlusconi.
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