Trieste, patteggia 4 anni e mezzo l'avvocato protagonista della sparatoria a Barcola

Chiuso il procedimento a carico di Paolo Pironti, protagonista dell’inseguimento con sparatoria a Barcola del luglio scorso
Paolo Pironti mentre entra nell’ambulanza dopo essere stato bloccato a Grignano il 10 luglio scorso
Paolo Pironti mentre entra nell’ambulanza dopo essere stato bloccato a Grignano il 10 luglio scorso

TRIESTE Quattro anni e sei mesi di reclusione oltre a 18 mila euro di multa per Paolo Pironti, l’avvocato di 48 anni coinvolto in un’indagine di droga e arrestato la scorsa estate dalla Squadra mobile dopo un rocambolesco inseguimento in auto a Barcola con tanto di sparatoria. Pironti ha patteggiato la pena. Assolto invece il quarantenne di origini goriziane Duilio Terpin, ritenuto complice di Pironti nel giro di spaccio scoperto dagli investigatori.

Caso chiuso, dunque, con la sentenza pronunciata dal gup Marco Casavecchia: il pm Maddalena Chergia, il magistrato che aveva indagato sul traffico di sostanze collegato a Pironti, aveva chiesto il giudizio immediato per entrambi, mentre gli imputati (difesi dall’avvocato Antonio Cattarini) avevano proposto l’abbreviato. L’intera inchiesta della Procura era venuta a galla proprio con il clamoroso episodio della scorsa estate a Barcola. È il 10 luglio, è l’ora di pranzo. La Mobile è ormai addosso a Pironti, ritenuto un nome di primo piano nella rete di pusher su cui gli investigatori avevano allungato la lente. L’avvocato, noto all’Antidroga per altri procedimenti passati, è sotto osservazione da mesi. La Mobile lo nota nei pressi di casa sua, in Salita di Contovello. Il quarantottenne è a bordo di un Suv bianco. Appena si accorge della pattuglia accelera e scappa. La Mobile tenta di fermarlo in viale Miramare, ma lui ingrana la marcia e investe tre agenti. I poliziotti sparano. Ma Pironti si avventura in una folle fuga tra i bagnanti. Verrà catturato in Costiera. Durante la corsa l’avvocato scaglia dal finestrino la coca (un involucro di 100 grammi) che ha a bordo. Nelle perquisizioni gli agenti pizzicano addosso all’indagato anche un coltellino, 10 grammi di hashish e altra droga in casa. Pironti ha patteggiato nove capi di imputazione: sei per detenzione di sostanze a fini di spaccio (tra cui la cocaina lanciata dall’auto), più la resistenza e le lesioni a pubblico ufficiale (gli agenti investiti sono stati risarciti con mille euro a testa) e il possesso del coltellino. «Mi scuso con i poliziotti e ringrazio la magistratura giudicante per come ha gestito il mio procedimento», le parole di Pironti. «Sono convinto che alcuni capi d’imputazione sarebbero stati rivalutati in un giudizio ma i tempi della giustizia non erano compatibili col bisogno di ricominciare a vivere».

Nell’inchiesta, condotta sia dalla Mobile che dalla Polizia locale, era spuntato anche Terpin. In un controllo in strada (il 25 luglio a Trieste), viene trovato con addosso dell’eroina e un’altra polvere bianca. Cocaina? Il processo ha dimostrato che il quarantenne deteneva solo 0,5 grammi di eroina. Poco per provare un’attività di spaccio: la droga era a uso personale, secondo il giudice. E l’altra polverina, come confermato dalle analisi chimiche, non era cocaina bensì paracetamolo. Una pastiglia di Tachipirina sciolta. «Ho fatto il bagno con il costume...», aveva detto agli agenti. Nessun reato, quindi. Di qui l’assoluzione. —


 

Riproduzione riservata © Il Piccolo