Trieste, passata la bufera tra Dipiazza e i vigili del fuoco

Il comandante regionale Amedeo Monaco: tra noi simpatia e collaborazione. Il sindaco: troviamo una soluzione per la ciminiera
Roberto Dipiazza
Roberto Dipiazza
TRIESTE. Non è stata di sicuro una guerra dei cent’anni. Anzi, neanche dei sette giorni. Scoppia la pace tra il sindaco Dipiazza e i vigili del fuoco dopo la querelle al calor bianco nel giorno dell’emergenza bora-neve, le polemiche, la manifestazione dei pompieri, ritenutisi ingiustamente vessati, davanti al Municipio. Tutto dimenticato e digerito in fretta ieri in Prefettura, quando Dipiazza, il comandante regionale Monaco e quello provinciale Riggio si sono seduti davanti a un tavolo, anfitrione il prefetto Giacchetti. Per poi alzarsene più amici di prima. Amiconi, quasi. «Un misunderstanding», sintetizza Riggio, parole e aplomb inglese per far capire che i ragazzi si erano sentiti impropriamente chiamati in causa dalle parole del primo cittadino, dopo una giornata che definire impegnativa risultava a dir poco riduttivo.


Con chi ce l’aveva, allora, il sindaco? Fondamentalmente con quella ciminiera che a distanza di anni continua a gravitare a un paio di metri dalla Grande viabilità, senza che nessuno ne capisca il motivo. O, meglio, quasi nessuno. «Quel manufatto – conferma il comandante Monaco – era in effetti vincolato come esempio di archeologia industriale fino a non troppo tempo fa. Adesso il vincolo è stato rimosso e possiamo pensare di abbatterlo. Certo, ci vorranno dei fondi, perchè il lavoro è alquanto impegnativo, ma siamo fiduciosi». Niente scuse del sindaco, dunque, chè, assicura Monaco, non ce n’era bisogno. «Si è sempre dimostrato cordiale, aperto e simpatico nei confronti dei nostri uomini e del loro lavoro. È un loro amico da tempo, e questo sentimento si è saldato in occasione delle varie emergenze. La sua reazione era nata per le famose tegole cadute sulla superstrada, ma in quel giorno sono cadute tegole praticamente da ogni palazzo in città...».


Le parole dolci potrebbero far pensare al solito finale all’italiana, a tarallucci e vino. In realtà l’incontro ha avuto anche molti aspetti operativi decisamente interessanti, sui quali riferisce lo stesso sindaco. «La nostra emergenza – racconta Dipiazza – era legata alla ciminiera, ma abbiamo colto l’occasione anche per affrontare un paio di temi sulle strutture che gravitano sull’area che entrambi abbiamo a cuore». Il risultato pratico sarà l’invio di una lettera congiunta Comune-Vigili del fuoco al Demanio per fare il punto sul capannone attualmente abbandonato dell’ex Jutificio. «Ai vigili del fuoco non interessa – precisa il sindaco – a noi magari sì, anche perchè TriesteTrasporti, che è lì a due passi, si era già informata...».


Quella che invece fa gola ai vigili del fuoco è un’altra palazzina. Quella bassa, in via d’Alviano, che ha ospitato per anni una sede distaccata della Scuola interpreti. «Se ne può parlare», glissa Dipiazza.

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