Trieste, parte la petizione per riaprire al pubblico il parco di Villa Necker
TRIESTE Se la montagna non va da Maometto, Maometto va alla montagna. Ecco che, se da Roma non arrivano ancora le risposte che i cittadini attendono, sono questi ultimi che si mobilitano per raggiungere l’obiettivo. Si parla della pratica del Comune, avviata a settembre scorso, per l’apertura al pubblico del parco di villa Necker, la sede del Comando militare dell’Esercito “Friuli Venezia Giulia”, stretto tra via dell’Università, via Belpoggio e viale Terza Armata. Un progetto di cui si parla da decenni, ma che non ha ancora visto la luce.
L’argomento torna alla ribalta con una petizione e un’interrogazione. A lanciare la prima iniziativa è stato il Comitato “Ritorno al Parco” (che si presenterà alla stampa venerdì 5 marzo da Mimì & Cocotte alle 17) per «sensibilizzare le autorità e la cittadinanza con l’obiettivo di riaprire il cancello del parco di Villa Necker». Così si legge sulla piattaforma Change.org, dov’è presente il testo da firmare online, che ha raggiunto quasi 100 adesioni fin qui. Il comitato, che si proclama indipendente, è presente su Facebook con una pagina, a ricordare che il polmone verde in questione fino agli anni ’80 era accessibile al pubblico, ospitando l’oratorio Villaggio Sereno e negli anni ’50 addirittura un cinema estivo. «Consegneremo le firme al Comune, perché riteniamo che il parco debba diventare di nuovo pubblico – spiega uno dei portavoce, Giuliano Gelci –, ci proponiamo anche per una gestione partecipata, pensando a una ricerca di fondi europei».
Si aggiunge anche il consigliere comunale di Fi Bruno Marini che, da ex frequentatore del Villaggio Sereno, accoglie con molto piacere la petizione. «Ho vissuto gli anni più belli lì – afferma –. Da quanto mi risulta ora il parco è lasciato al totale degrado. La prima cosa da risolvere è il passaggio della proprietà. Già in passato avevo cercato di capire come potesse avvenire. Sarebbe bene che i candidati sindaco inserissero questo obiettivo all’interno del proprio programma elettorale». Il comitato peraltro non è la prima volta che si mette in moto per smuovere l’opinione pubblica sul tema. Lo scorso autunno aveva commissionato un’indagine all’istituto di ricerca Ixè: era emerso che l’82% dei residenti (su un campione di 700 cittadini) vuole che il Comune intervenga affinché il demanio militare riapra ai cittadini il parco di Villa Necker. A smuovere ulteriormente le acque è ora il consigliere comunale forzista Michele Babuder, che ha depositato un’interrogazione rivolta al sindaco Roberto Dipiazza e all’assessore al Patrimonio Lorenzo Giorgi, in cui non solo chiede lo stato dell’arte della pratica avviata per villa Necker ma anche indaga sullo stallo «per la fruizione pubblica o semipubblica delle aree fronte mare di Miramare» di pertinenza del bagno militare. Nello specifico, chiede se possa essere presa in considerazione una gestione temporanea da parte del Comune dello stabilimento, a disposizione di tutti e garantendo anche un accesso ai militari, in cambio di una presa in carico degli oneri di ristrutturazione e manutenzione di cui ormai necessita lo stabilimento. Il sito balneare è di fatto chiuso da due anni per un contenzioso in corso con la società che doveva gestirlo mentre il nuovo bando non è ancora partito in attesa di nuove direttive in ambito Covid da parte del governo. Un’analoga operazione, continua Babuder, si potrebbe eventualmente ipotizzare per il parco. Ma al momento non ci sono novità sulla cessione. «Sono state fatte delle riunioni e c’è disponibilità da parte del Demanio statale – afferma Giorgi –, ma le tempistiche sono lunghe. Devono ancora comunicarci in che modo verrà ceduto il parco e la divisione ufficiale fisica dei confini».
Così il sindaco Roberto Dipiazza: «Ci sono stati i contatti con l’Esercito, so che la pratica è arrivata a Roma, adesso bisogna capire in che modo lo Stato maggiore vorrà cedere gli spazi. Villa Necker è interessante perché ci sono tre campi da tennis, uno dei quali l’Esercito vorrebbe mantenere». L’amministrazione è propensa a una cessione che prevede per il Comune parco e due campi da tennis. Dagli ambienti militari intanto confermano che la pratica è ora in fase di elaborazione negli uffici preposti dello Stato maggiore dell’Esercito a Roma. —
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