Trieste, parte la “crociata” del Comune contro i bikini in strada a Barcola

I nuovi cartelli affissi ai pali del lungomare vicino alle strisce invitano a «un abbigliamento adeguato» per attraversare

TRIESTE Basta attraversare la strada a Barcola con il costume da bagno, per recarsi al bar o per recuperare qualche oggetto dalla propria auto, niente sfilate in bikini per andare al supermercato o per prendere una pallina di gelato. Ieri il vicesindaco Paolo Polidori ha fatto installare sette cartelli, accanto ad altrettanti attraversamenti pedonali su tutto il lungomare, con la scritta “Si raccomanda di indossare un abbigliamento adeguato”.

Ma in futuro quello che per ora resta una sorta di suggerimento, potrebbe diventare una vera e propria regola, con tanto di sanzione per i trasgressori. «Considero per il momento questi avvisi a metà strada tra un’ordinanza e un invito alle persone a comportarsi in modo corretto – spiega l’esponente della giunta –, ci troviamo comunque in un centro abitato e deve finire la prassi di recarsi nei locali, a fare la spesa, in farmacia o in altri negozi in costume. I residenti giustamente richiedono decoro, che credo sia necessario. Sono convinto che la gente rispetterà la novità. Me lo auguro».

Gli avvisi posizionati ieri, sotto gli occhi curiosi di bagnanti e passanti, sono stati fissati sui pali. A seguire le operazioni direttamente il vicesindaco, presente sul posto. «Dalla pineta e lungo il litorale sono stati sistemati in prossimità delle strisce pedonali – dice Polidori –, tranne accanto alla gelateria Ottavo Nano, dove non ci sono abitazioni vicine, anche se sarebbe meglio adeguarsi all’avviso ovunque». Polidori aveva preannunciato la novità già un mese fa, durante un collegamento telefonico nel corso di una riunione della Terza circoscrizione. «Da una parte ci sono le richieste e le segnalazioni di diversi residenti, che lamentano comportamenti poco educati da parte di chi si muove nella zona durante la bella stagione – aveva ricordato in quell’occasione –, dall’altra è palese che non siamo in un’area dove chiunque può fare quel che vuole. È necessario che qualcosa cambi al più presto. E il marciapiede al di là della strada non è uno stabilimento balneare, vanno quindi stabilite delle regole».

È consuetudine ormai, a detta di chi vive a Barcola, soprattutto nella zona della Pineta, attraversare la strada senza coprirsi troppo, spesso sotto gli sguardi stupiti di chi arriva da fuori Trieste al volante, diretto verso la città, mentre i triestini da sempre sono abituati a una prassi consolidata nel tempo. C’è chi si sposta per bere un drink con gli amici nei bar davanti allo spazio ombreggiato, chi per acquistare gelati o snack e chi, senza troppi pensieri, entra pure nelle rivendite di alimentari per comprare cibo e bevande. Le auto parcheggiate lungo la carreggiata fungono spesso anche da spogliatoio, dove depositare gli abiti prima di recarsi al mare.

«I cartelli – prosegue Polidori – saranno validi per tutta la stagione balneare, quindi fino a fine estate. Non essendo un’ordinanza, non prevedono però multe, mi appello quindi al buon senso dei frequentatori della riviera, si tratta di comportamenti civili, nel rispetto di tutti. Non escludo però – annuncia il vicesindaco – che il prossimo anno si possa arrivare a un’ordinanza vera e propria che, in quel caso, dovrà prevedere anche controlli mirati e naturalmente pure una sanzione per chi non la rispetterà. Vedremo come va intanto questa fase sperimentale, poi decideremo».

A segnalare però l’urgenza di altri interventi su Barcola, prima ancora di un’operazione simile, è il consigliere comunale di Forza Italia Michele Babuder, che da anni segue le vicende della zona e che nei mesi scorsi aveva effettuato anche un sopralluogo con il sindaco Roberto Dipiazza e l’assessore comunale Elisa Lodi. «I cartelli sulla richiesta di decoro sono solo una raccomandazione – dice –, senza un’ordinanza credo siano inutili. Serve invece più attenzione in particolare alla pineta, dove è stata vietata la musica serale, ma in compenso abbondano sigarette, bottiglie e altri rifiuti, e mancano gli attraversamenti pedonali nei pressi degli esercizi commerciali. In più – si domanda Babuder – quale sarebbe la definizione di “abbigliamento adeguato” che viene richiesto?». —


 

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