Trieste, parla l'anziano picchiato dalla polizia slovena: «Mi sono saltati addosso in due»

La testimonianza choc del triestino di 83 anni picchiato dalla polizia slovena vicino al confine di Pese: «Mia moglie scaraventata a terra, poi calci e pugni contro di me. Un agente era alto e grosso, mi ha immobilizzato con il suo peso e ammanettato. Poteva uccidermi»

Trieste, anziano accusa:"Picchiato in strada da poliziotti sloveni"

TRIESTE Una costola e un dente rotti. Il volto tumefatto. Le braccia e le mani con lividi. «Potevo morire», dice. Ottantatre anni, triestino, ex dipendente della Ferriera. Dario G. è in una stanza della Salus, dolorante ma si sta riprendendo. Cerca di mettere insieme i pezzi del racconto. Ricorda bene i due poliziotti sloveni che venerdì sera l’hanno pestato, in strada, a poche decine di metri dal confine di Pese.

Ricorda lui a bordo della sua Fiat con a fianco la moglie, la settantasettenne Carmen R. Sono circa le nove e quaranta. Escono dal parcheggio del Casinò Admiral, dove hanno trascorso la serata. Alla rotonda di fronte imboccano per sbaglio la strada in contromano, per poi rimettersi su quella giusta in direzione Trieste. Una pattuglia slovena li vede e li segue. Dopo qualche chilometro Dario e la compagna si accorgono dei lampeggianti dietro.

La vettura della polizia si mette di traverso e li fa accostare all’imbocco dell’area di servizio della Omv. Un agente chiede i documenti. Vuole multare la coppia. C’è un diverbio. «Sì...semplicemente tentavo di capire bene cosa mi stesse dicendo in sloveno, anche se un po’ lo parlo - riferisce l’ottantatreenne - e non capivo perché non ci restituivano le carte d’identità».

Silvano Trieste 17/12/2017 Slovenia, i luoghi dov' e' avvenuta l'aggressione alla famiglia triestina da parte della Polizia slovena
Silvano Trieste 17/12/2017 Slovenia, i luoghi dov' e' avvenuta l'aggressione alla famiglia triestina da parte della Polizia slovena

Anche la moglie scende dall’auto. Uno dei due poliziotti le intima di tornare dentro. «Lei si è rifiutata - riprende Dario - e il poliziotto le ha sferrato un colpo addosso, facendola cadere per terra. Io ho iniziato a urlare, dicendo di lasciarla stare. A quel punto uno mi ha tirato un pugno in testa. Poi i calci e le manette. Mi hanno pestato in due». Il figlio farà denuncia sia alle forze dell’ordine italiane che a quelle slovene. Dalle autorità straniere, contattate, al momento non risulta alcuna posizione ufficiale.

«Picchiato in strada da poliziotti sloveni»


Signor Dario, come si sente?

Ho dolori soprattutto alla costola ma sto meglio.

Ora cerchiamo di spiegare con precisione l’accaduto. Che ora era?

Circa le nove e quaranta di venerdì.

Iniziamo dal momento in cui siete usciti dal parcheggio del Casinò Admiral per tornare a Trieste. Cosa ricorda?

Lì della rotonda c’era una camionetta accostata di lato. Aveva i fari accesi. Ce l’avevo proprio davanti e allora, per sbaglio, ho preso la strada in contromano. Pioveva a dirotto.

Era la camionetta della polizia slovena?

Credo di sì. Credo fosse quella che poi ci siamo accorti di avere dietro verso il confine di Pese. Quindi ci hanno seguiti, ma hanno messo i lampeggianti dopo, a circa un chilometro dal confine. Ci hanno fermati là del distributore di benzina della Omv.

Aveva bevuto qualcosa al casinò?

No, assolutamente.

Perché ha preso la rotonda contromano?

Perché avevo quella camionetta con i fari accesi davanti. Ho pensato a una vettura che non riusciva a uscire e allora ho fatto marcia indietro e sono andato contromano per una ventina di metri. E poi ho preso la strada giusta verso Trieste.

Poi?

Là del distributore Omv ho visto i lampeggianti della polizia. Mi hanno fatto accostare. Un agente è sceso ed è venuto verso di me. Ha iniziato a parlare in sloveno...io un po’ lo capisco ma, scendendo dall’auto, gli ho chiesto... «cosa volete? Cosa volete?». Volevano multarmi, volevano i soldi. E mi hanno preso la carta d’identità. Quindi è scesa pure mia moglie. Ma l’altro poliziotto le ha gridato di tornare dentro. Lei ha detto di no, che voleva venire da me, e lui l’ha buttata per terra.

Lei cosa ha fatto?

Sono corso da lei urlando. E come mi sono avvicinato, il poliziotto mi ha tirato un cazzotto in testa. Si è messo sopra di me per ammanettarmi e ha continuato a picchiarmi con pugni e calci. Avrò preso dieci colpi forti in testa, in faccia e sulla costola. Era alto e grosso, era sopra di me. Quasi non riuscivo a respirare. Anche l’altro agente mi ha picchiato. Sono svenuto e mi sono risvegliato all’ospedale di Isola.

Ha forse idea del motivo di una reazione del genere?

Non me lo spiego proprio. Forse i poliziotti erano ubriachi, forse erano nervosi. O forse sotto l’effetto di qualche sostanza...verrebbe da pensarlo, ma non lo so davvero. Quel che è certo è che mi hanno pestato per strada e che potevo morire. Mia moglie mi ha raccontato che a un certo punto i due poliziotti devono aver preso paura di quello che hanno fatto: infatti vedendomi così per terra, svenuto, hanno iniziato a scuotermi e hanno chiamato loro l’ambulanza.

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