Trieste, parco di Miramare a pagamento per le foto degli sposi
TRIESTE Realizzare il servizio fotografico per un matrimonio nel parco di Miramare, con gli sposi ancora con i chicchi di riso tra i capelli e le luccicanti fedi nuziali appena infilate, avrà un costo in più. Perché il nuovo regolamento imposto dalla direzione prevede che in quel parco sia consentito «effettuare liberamente riprese fotografiche e brevi filmati per uso non commerciale». I fotografi professionisti, dunque, che intendono utilizzare il parco come sfondo a fini pubblicitari, per realizzare book commerciali o comunque prodotti dai quali trarranno profitti, dovranno pagare. «Chiederanno un permesso indicando le finalità del servizio, le zone del parco che intendono utilizzare e il tempo che servirà per realizzare il servizio, e poi verrà fatta una valutazione. Abbiamo pensato di definire a 200 euro la tariffa minima», anticipa la direttrice del Museo storico e parco del castello di Miramare, Andreina Contessa. «Siamo abituati a sfruttare Miramare senza dare nulla in cambio – valuta –, io non svendo Miramare, un po’ di entrate economiche vanno garantite, le opere di restauro che stiamo effettuando hanno un costo e ognuno deve fare la sua parte: anche i fotografi che si fanno pagare i loro album per gli sposi possono dare un piccolo contributo».
Quanti invece visitano il parco scattando qualche selfie, alcune foto o girando dei video ricordo, immagini di una gita scolastica o di un tour con amici, potranno continuare a farlo senza alcun problema, e senza il bisogno di metter mano al portafoglio. Insomma, le regole cambiano solo per chi utilizza macchine fotografiche e telecamere per lavoro. Fino ad oggi quel palcoscenico naturale è stato utilizzato ogni anno da migliaia di professionisti che tra quei vialetti, accanto al laghetto, con la bellissima vista sul mare o con alle spalle il famoso castello hanno realizzato i loro book, i loro libri e i loro video. Non solo per dei novelli sposi, ma pure per aziende di moda, negozi, artisti, per realizzare calendari o altri gadget. La location, anche nei periodi delle aiuole deserte e delle fioriere sguarnite, ha sempre rappresentato un luogo magico, da sogno, romantico, perfetto per incarnare l’emozione di due sposi. Il parco di Miramare è, assieme al Porto vecchio, a piazza Unità, al Molo Audace, ad alcuni punti di Cittavecchia, a San Giusto e al parco di villa Revoltella, uno dei luoghi più gettonati per realizzare foto e video in ricordo di un matrimonio. «È un parco storico – evidenzia Contessa – ed è corretto pagare qualcosa per avere in concessione d’uso gli spazi. Non si può chiedere di avere un parco che funziona e non dare un piccolo contributo, io devo fare gli interessi di Miramare ed è bene ricordare che ci sono altri musei che sulle foto, sul copyright ci guadagnano tantissimo».
L’entrata al parco è libera e Contessa, come anticipato già dai primi giorni del suo insediamento alla guida della struttura, non intende cambiare questa regola. Giorni fa era stata confezionata la bozza di un modulo per l’autorizzazione a scattare foto professionali nel parco, dove veniva chiesta una libera donazione di 200 euro attraverso Art bonus, il sistema di sostegno del mecenatismo a favore del patrimonio culturale. L’idea è stata archiviata, preferendo un sistema di tariffe che è allo studio e che terrà conto di una serie di parametri. «Non eravamo al corrente di nulla – sottolinea Massimo Semeraro, presidente provinciale e regionale del comparto fotografi e video operatori di Confartigianato –. Indiscrezioni su questa novità sono iniziate a circolare dopo che un nostro collega, la scorsa settimana, è stato bloccato dal personale di Miramare mentre stava realizzando un servizio con degli sposi nel parco».
Semeraro valuta come complessa l’applicazione di questa nuova regola. «Prima di definire alcunché – evidenzia –, la direzione di Miramare avrebbe potuto confrontarsi con la categoria, anche per capire quanto sia articolato e complesso il nostro lavoro. E comunque, prima di informare a voce singoli professionisti, avrebbero fatto bene a inviare una nota alle associazioni di categoria che a loro volta avrebbero informato puntualmente gli operatori». La categoria, tra l’altro, si chiede come mai all’entrata del parco non vi sia un cartello che annuncia questa novità. La regola che prevede un’apposita autorizzazione per poter effettuare immagini professionali dentro al Castello, era invece già chiara da tempo. «È possibile effettuare foto o riprese a scopo amatoriale o di documentazione personale con smartphone, tablet e macchine fotografiche – recita il regolamento – purché non si utilizzino flash, treppiedi o aste per i selfie. Ogni altro uso dell’immagine dovrà essere previamente autorizzato dalla Direzione del Museo».
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