Trieste, Parco del mare sotto tiro: nasce il comitato del “no”

Avviata una petizione: già oltre mille le adesioni alla bocciatura del progetto su molo Fratelli Bandiera. «A rischio il profilo delle Rive. Si vada in Porto vecchio». QUI IL LINK ALLA PETIZIONE
Il progetto del Parco del mare firmato da Peter Chermayeff, uno dei tanti ideati in questi anni
Il progetto del Parco del mare firmato da Peter Chermayeff, uno dei tanti ideati in questi anni

TRIESTE Si sono dati un nome, “La Lanterna”, e una missione: opporsi. È nato a Trieste il comitato anti-Parco del mare, la struttura acchiappa turisti che dovrebbe sorgere nel 2020 in Molo Fratelli Bandiera.

Trieste, il Comune accelera sul Parco del mare
Veduta aerea dell’area della Lanterna dove è prevista la realizzazione del Parco del mare

È il sogno di Antonio Paoletti, presidente della Camera di commercio, che da anni si batte alla ricerca di sostegno e fondi. Il comitato ha preparato una petizione che si può sottoscrivere online sul portale di “change.org” collegandosi alla pagina web di riferimento https://tinyurl.com/zw5qd3m. Già oltre mille le adesioni finora: ambientalisti o semplici cittadini, fra cui anche studenti e professionisti.

«L’intento è sensibilizzare la città - spiega la portavoce, Giorgetta Dorfles - e far capire perché un acquario del genere, in quella zona, non ci può stare». Le ragioni del dissenso, estetiche e paesaggistiche, sono elencate per filo e per segno nel documento.

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La costruzione, che secondo le intenzioni dovrebbe portare nel capoluogo 900mila visitatori l’anno, andrebbe innanzitutto a oscurare un monumento ottocentesco: la Lanterna, appunto, attribuita all’architetto Matteo Pertsch.

«Devasterebbe tutto il profilo delle Rive, esempio paradigmatico dell’abbraccio di una città con il mare», protesta il comitato. Che scende ancora più nel dettaglio dei possibili danni che un acquario delle dimensioni prospettate (si parla di 17mila metri quadrati di base, a terra, e altri 24mila a mare) potrebbe arrecare.

Nella parte alta a sinistra l’area dove dovrebbe sorgere il Parco del mare
Nella parte alta a sinistra l’area dove dovrebbe sorgere il Parco del mare

«Il macroscopico edificio - si legge nella petizione - fungerebbe da enorme paravento, perché verrebbe spezzata la linea dell’orizzonte, lungo cui si stagliano, quando l’aria è limpida, le magiche sagome delle montagne. Inoltre verrebbe oscurato anche il calare del sole nel golfo con i suoi fantastici colori e graverebbe con la sua mole sull’armonico impianto della Sacchetta».

Il Parco del mare divide i fedelissimi del mito Pedocin

Fin qui l’estetica. «Ma non bisogna sottovalutare gli aspetti pratici della faccenda - viene fatto notare - il surplus di traffico e l’invasione di automobili in una zona già penalizzata dalla scarsità di parcheggi, i problemi relativi alla fruizione del contiguo bagno storico "Pedocin", il terreno da riporto con cui è stato costruito il Molo che inficerebbe la stabilità di un edificio così imponente».

Non vanno trascurate, infine, le perplessità sulle ricadute economiche e sulla riduzione in cattività degli animali, avverte il comitato. E poi la proposta: perché non realizzare il progetto, piuttosto, nel fronte mare del Porto vecchio? «Vogliamo sensibilizzare i triestini e la classe politica - ripete Dorfles -: prima di mettere in moto la macchina delle autorizzazioni ci pensino».

Il Parco del mare divide i club nautici

La petizione sarà contenuta anche in documento cartaceo che il comitato intende diffondere alla cittadinanza con banchetti e altre forme di promozione. Numerosi i commenti di chi ha sottoscritto la campagna. «Un obbrobrio», scrive Laila Grison.

«Si punti piuttosto a trovare fondi per Miramare o per tutti quei piccoli musei disseminati in città», interviene Matteo Sandrin. «Ubicazione assurda», mette in guardia Lorenzo Tissini, «e se proprio si dovesse fare, abbiano il coraggio di chiedere una cauzione che copra i costi di demolizione e smaltimento, il giorno in cui diventerà l’ennesimo sarcofago di cemento, vuoto».

Parco del Mare più vicino alla Lanterna
Foto BRUNI TRieste 20 07 2011 Trieste veduta aerea- la lanterna

È la rabbia della società civile che teme di ritrovarsi un “mostro” lungo le Rive, come rileva Ennio Zuffi. Perché «deturpa, congestiona, è ingestibile economicamente», insiste Guido Pesante. Tanti temono per gli animali e molti, come Nicolò Fumolo, Valentina D’Odorico, Liliana Servadei, Federica Misturelli o Pietro Tamburini, suggeriscono invece il Porto vecchio come sede ideale per un acquario.

Il dibattito si allarga pure all’estero, tra chi conosce bene Trieste. «La città ha altre priorità», riflette Giulio Groppi dal Belgio. O, Darius Bork, originario di Berlino: «Un blocco di cemento e vetro non è la scelta giusta. Da quando sono venuto la prima volta qui, due anni fa, mi sono innamorato della città. I pianificatori urbani devono ripensare questa strana costruzione su tale luogo emblematico».

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