Trieste, padre Moro riapre la “caccia” ai fondi per Monte Grisa

TRIESTE Le polemiche dei mesi scorsi sui “restauri d’oro” avviati all’interno del santuario mariano, evidentemente, non l’hanno per nulla toccato. Non si spiegherebbe altrimenti la scelta di padre Luigi Moro, rettore di Monte Grisa, di riaprire la caccia ai fondi.
Dopo il maxi restauro da mezzo milione di euro (servito a pagare, tra gli altri, interventi come il bagno nell’oro di suppellettili e crocifissi), è quindi alle viste un intervento da 150 mila euro.
Una spesa - da coprire anche in questo caso con la generosità dei fedeli -, che nelle intenzioni del rettore servirà a finanziare due passaggi necessari per assicurare decoro e funzionalità del tempio: rifacimento dell’impianto stereo e acquisto di un nuovo organo.
A confermare gli importi e a chiarire lo spirito del progetto di padre Moro - ancora ieri impegnato in un viaggio di preghiera a Fatima, da cui rientrerà oggi - è il consigliere comunale “mariano” Salvatore Porro, fedelissimo del rettore.
«Abbiamo lanciato due sottoscrizioni - conferma Porro -. Una servirà a rinnovare l’impianto audio della chiesa. Molti fedeli lamentano il fatto che, nel corso delle messe e delle varie funzioni, le parole dei celebranti non sono perfettamente comprensibili. Del resto - evidenzia - si tratta di un impianto piuttosto vecchio.
L’altra punta a raccogliere i fondi necessari per acquistare un organo nuovo, indispensabile per una chiesa delle dimensioni di quella di Monte Grisa. È evidente - prosegue Porro - la volontà di padre Moro e dei suoi collaboratori di dare al santuario un’immagine sempre più rilevante».
Per centrare l’obiettivo, come detto, servirà nuovamente che i fedeli si mettano una mano sul cuore e una sul portafoglio: il preventivo parla di 100mila euro per l’acquisto e la posa dell’impianto audio e 50mila per l’organo.
«Ma noi ci crediamo - conclude Porro - e faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità per arrivare a dotare il santuario di Monte Grisa delle dotazioni necessarie». E poi, fa notare ancora Porro, padre Moro non si è mai posto limiti nel dare corpo alle sue iniziative e non si è mai scoraggiato, come testimonia “l’odissea” del trasferimento sul piazzale di Monte Grisa della statua di Santin.
Proprio la tenacia dimostrata in quell’occasione è alla base della scelta dell’Unione degli Istriani di assegnare al rettore del santuario l’edizione di quest’anno del premio “Histria terra”.
Un premio - che gli verrà consegnato oggi pomeriggio dall’organizzazione che ha sede in via Silvio Pellico -, assegnato ogni a nno a chi si sia contraddistinto nella divulgazione della cultura istriana e delle vicende storiche legate al confine orientale.
Lo evidenzia la motivazione: «Per avere riportato, con grande tenacia e straordinario impegno, al suo originale splendore il tempio mariano di Monte Grisa - si legge nel testo predisposto per questa occasione dal direttivo dell’Unione degli istriani - contribuendo alla valorizzazione dell’area sacra e alla rivalutazione del Memoriale all’esodo giuliano dalmata, voluto dall’indimenticabile arcivescovo di Trieste e Capodistria, monsignor Antonio Santin».
Sarà il presidente dell’Unione degli istriani, Massimiliano Lacota, a consegnare a padre Moro il premio, ed è prevedibile che, alle 16.30, ora dell’inizio della cerimonia, la sala maggiore di palazzo Tonello, sede dell’Unione, sarà gremita.
«Il Comitato di presidenza dell’Unione degli istriani - dice Lacota - ha impiegato pochissimo tempo per indicare, fra l’altro all'unanimità, il nome di padre Moro quale destinatario del premio del decennale.
Il premio fu istituito nel 2008 - ricorda - perciò il fatto che la decima edizione vada a un sacerdote come padre Moro, che tanto ha operato per rinnovare il ricordo di tante tristi vicende della nostra storia, valorizzando in maniera esemplare la figura di Antonio Santin, ci riempie di soddisfazione».
Le ultime edizioni di “Histria terra” sono andate alla Provincia di Trieste (2016), al giurista Giuseppe de Vergottini (2015) e al generale Riccardo Basile (2014).
Il premio di oggi, tra l’altro, è stato preceduto nei giorni scorsi da un’altra buona notizia. «Abbiamo ottenuto un importante risultato - spiega ancora Salvatore Porro - trovando 15 famiglie di fedeli che hanno accettato di “adottare”, versando mille euro ciascuna, le stazioni della Via Crucis di Monte Grisa, soggette purtroppo qualche tempo fa ad atti vandalici. Con questi fondi le abbiamo messe in sicurezza».
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