Trieste, opposizione all'attacco. «Dietrofront su via Mazzini, Marchigiani si dimetta»
TRIESTE «Elena Marchigiani si dimetta». Il giorno dopo il dietrofront della pedonalizzazione di via Mazzini, in molti chiedono al sindaco Roberto Cosulini la testa dell’assessore alla Mobilità e Traffico. L’urbanista di Ferrara che ha messo la firma e la faccia sul Piano del traffico e sulla sperimentazione andata a male di via Mazzini è finita nel mirino dell’opposizione ma anche della rete. Il primo a chiedere le dimissioni, dagli schermi televisivi, è il capogruppo del Pdl Lorenzo Giorgi seguito a ruota da Alberto Polacco. Questione di “logicità” visto che l’assessore ha difeso fino all’ultimo giorno la sperimentazione pedonale mettendo in campo persino astronavi ed elicotteri. «La certezza è quella che, a questo punto, il piano del traffico debba assolutamente ritornare alla valutazione del Consiglio comunale. L’auspicio, che trasformo in richiesta, è quello delle dimissioni dell’assessore Marchigiani», auspica Giorgi.
«È la seconda volta che l’amministrazione fa flop con le sue sperimentazioni dopo il tentativo maldestro di chiudere Corso Italia sotto le feste di Natale. Il sindaco ora completi l’opera e rimuova l’assessore Marchigiani che bene farebbe a prendere un’astronave», aggiunge Polacco, capogruppo di Forza Italia in Quarta circoscrizione. «A corto di idee, sempre più in caduta libera nel gradimento dei triestini, il sindaco prova la carta del rinvio del Piano del traffico alla prossima giunta. Mesta fine per la peggiore amministrazione degli ultimi decenni», declama Everest Bertoli, capogruppo Forza Italia. «Considerando che il Piano del traffico ha rappresentato, almeno per l’assessore Marchigiani se non per tutta la giunta, un elemento imprescindibile su cui ruotava il mandato del sindaco uscente, la sua netta bocciatura da parte della gente e dello stesso primo cittadino avrebbe suggerito a chiunque le immediate dimissioni», commenta il candidato leghista Pierpaolo Roberti che spera che alla “rottamazione” della pedonalizzazione di via Mazzini segua la prossima primavera quella dell’amministrazione Cosolini. Persino il “morbido” Paolo Rovis, capogruppo di Trieste Popolare”, nel rendere l’onore delle armi al sindaco, non riesce a evitare un accenno all’assessora marziana che gioca con astronavi ed elicotteri: «Rendo merito al sindaco Roberto Cosolini per essersi comportato, in questo frangente, da amministratore che ha assolto al suo dovere.Rimane, per il sindaco, “l’imputazione” di avere lasciato mano troppo libera a uno dei suoi assessori-chiave, fin da quando lo definì “un Piano del Traffico di sinistra”, come se pedoni, bus, automobilisti, corsie e marciapiedi avessero un colore politico».
In rete l’ironia è feroce. C’è chi si ripiange il mancato “eliporto” di piazza Repubblica. Chi si preoccupa dei vasi da fiore giganti da riciclare. Le strisce pedonali da guiness, invece, difficilmente potranno essere riutilizzate. «Cambiare idea è legittimo, far finta di fare no», twitta Paolo Menis (M5S). «Come sempre questa giunta arriva in ritardo di due anni. La sperimentazione era un’idiozia. Il problema è che il piano del traffico decade il 7 luglio e a questo punto si deve tornare in aula», aggiunge l’altro grillino Stefano Pautanelli.
«Le cose si fanno, non si sperimentano», consiglia Franco Bandelli (Un’altra Trieste). «C’è voluta una sollevazione generale, e la paura delle elezioni, ma il sindaco si è dovuto arrendere», chiosa Piero Camber (Fi). «Tutta la mia solidarietà e il mio affetto a Elena», è il messaggio in rete dell’ex assessore e collega architetto Fabio Omero. Secondo lui Elena sarebbe vittima del “decisionismo del sindaco” (per modo di dire). «Io avrei chiuso tutto il Borgo Teresiano già un anno fa», scrive Omero, che pronostica: «Altro che Roberto Dipiazza. A questo punto basta un Rovis qualsiasi (e senza che i Sossi e i Furlanic facciano alcunchè)». Resta il dubbio a questo punto di “chi fa campagna elettorale per chi”. Agli elettori l’ardua sentenza. Tra meno di un anno. (fa.do.)
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