Trieste, operai della Ferriera in piazza: «Certezze sugli investimenti»

Chiesto anche il rispetto, da parte di Arvedi, degli impegni presi per i lavoratori in cassa integrazione. Martedì vertice al ministero dello Sviluppo economico
Silvano Trieste 2021-01-14 Presidio Ferriera
Silvano Trieste 2021-01-14 Presidio Ferriera

TRIESTE Chiedono chiarezza sui tempi degli investimenti che il gruppo Arvedi deve fare nello stabilimento della Ferriera e soprattutto il mantenimento degli impegni sul futuro dei lavoratori oggi in cassa integrazione. Ieri piazza Unità ha ospitato il presidio degli operai dello stabilimento di Servola. I rappresentanti di Fim Cisl, Uilm, Failms, Usb e Fiom Cgil hanno incontrato il prefetto Valerio Valenti, in attesa della riunione con la proprietà di martedì prossimo al ministero dello Sviluppo economico – crisi di governo permettendo –. Valenti ha assunto l’impegno di aprire un tavolo permanente per seguire l’evoluzione dell’accordo di programma sottoscritto lo scorso giugno.

«Dopo sei mesi vediamo andare spedite solo le demolizioni – ha evidenziato Antonio Rodà della Uilm –, ma non gli interventi che dovranno garantire il rientro dei lavoratori. Sicuramente l’incontro di martedì al Mise, chiesto a inizio novembre, sarà importante per verificare gli investimenti e i tempi di realizzazione degli stessi visto che in questo periodo abbiamo sentito solo silenzio». Marco Relli della Fiom Cgil, unico sindacato a non aver sottoscritto l’accordo di programma, ha sottolineato che «il tavolo permanente può essere fatto al ministero o in prefettura, fondamentale è la presenza del sindacato». Attualmente, secondo fonti sindacali, ci sono ancora poco più di 250 operai in cassa integrazione, 150 persone (contando contratti a tempo determinato e interinali) hanno accettato incentivi e pensionamenti e 120 operai stanno lavorando nel laminatoio. A febbraio si valuteranno nuovi pensionamenti.

«Non abbiamo visto passi avanti nella creazione degli stabilimenti di zincatura e verniciatura, il vero core business di Arvedi – ha sottolineato Umberto Salvaneschi della Fim Cisl –. Ora non possono esserci rallentamenti: l’accordo per la cassa integrazione prevede al massimo due anni, il terzo è solo un’ipotesi remota, e sono già passati sei mesi. Il prefetto in questo momento è l’unico attore presente, mentre da tutte le parti politiche abbiamo sentito solo promesse elettorali». Un attacco ripreso da Sasha Colautti della Usb: «Non è tollerabile il silenzio istituzionale, un fatto che riteniamo gravissimo». Infine Cristian Prella della Failms ha evidenziato la necessità di «non abbassare la guardia: la città non si deve dimenticare di noi».

A chiedere risposte è anche il Pd con Roberto Decarli: «La cassa non è un anestetico con cui tener buoni i lavoratori dopo le promesse fatte in questi anni». —


 

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