Trieste, omicidio in autoporto: caccia al supertestimone

Inquirenti sulle tracce di un camionista russo ripartito da Fernetti domenica sera. L’uomo avrebbe visto insieme vittima e presunti assassini poco prima del delitto
Il piazzale dell’autoporto di Fernetti in cui è stato trovato il corpo di Roman Mazukin
Il piazzale dell’autoporto di Fernetti in cui è stato trovato il corpo di Roman Mazukin

TRIESTE Si chiama Andrei Polesski ed è un camionista russo. È il supertestimone dell’omicidio del connazionale Roman Mazukin, avvenuto una settimana fa all’autoporto di Fernetti. Omicidio per il quale sono attualmente in carcere Nicolaj Fedosov, e Pavel Semin.

Le poche e stringate dichiarazioni rese da Poleski la sera del delitto ai carabinieri sono state giudicate determinanti. Tanto che gli stessi carabinieri su indicazione del pm Lucia Baldovin (e indirettamente del gip Giorgio Nicoli, che nell’ordinanza di custodia cautelare, sottolinea che «l’uomo avrebbe dovuto essere sentito con maggior approfondimento») lo stanno cercando per interrogarlo nuovamente. Una ricerca non semplice dal momento che già domenica scorsa il camionista è ripartito da Fernetti a bordo del suo Tir.

La sera dell’omicidio Polesski aveva riferito di aver visto Mazukin, Semin e Fedosov mentre si avviavano assieme a piedi verso il luogo dove poi è stato trovato il corpo della vittima. «I tre - ha dichiarato - erano insieme nel parcheggio dell’autoporto, vicino a dei Tir con targa russa e slocacca. Ricordo che non erano per nulla agitati».

Omicidio all'autoporto di Fernetti: fermati due camionisti russi
I carabinieri sul luogo dell'omicidio (Foto Bruni)

Poco dopo Polesski aveva trovato il corpo di Mazukin, riverso a terra. «Allora - ha aggiunto - mi sono rivolto immediatamente proprio ai quei due uomini per chiedere aiuto. Il più basso dei due (Fedosov, ndr) era molto agitato e anche un po’ perso, ma non sono in grado di dire se fosse ubriaco. Non ho sentito odore di alcol e non ricordo di avergli visto addosso un coltello.

Forse aveva un telefono cellulare in mano. Ricordo che la persona ferita aveva la pancia scoperta e a terra c’era parecchio sangue. Ho corso assieme all’altro connazionale, quello più grosso (Semin, ndr) per chiedere aiuto. Preciso che comunque prima di aver rinvenuto Roman per terra non ho sentito grida, nè gente urlare o lamentarsi».

Il dato cruciale, come osserva il gip Nicoli, è comunque il fatto che «Polesski aveva visto gli altri tre poco prima insieme nel luogo del delitto». Per questo motivo il pm ritiene che possa fornire ulteriori particolari riguardo una vicenda la cui ricostruzione, come emerge dall’ordinanza, presenta elementi «lacunosi».

L'autoporto di Fernetti il giorno dopo l'omicidio

Dunque, continua il gip, «certamente non si può escludere che nel prosieguo delle indagini tali elementi possano assumere maggiore consistenza o, al contrario, essere anche sminuiti e superati da ulteriori indagini».

Intanto ieri mattina il pm Lucia Baldovin ha formalmente disposto l’autopsia, affidandola al medico legale Fulvio Costantinides. Ha accolto le richieste dei difensori, gli avvocati Marta Silano e Marco Fazzini, di disporre una serie di accertamenti riguardanti l’ingestione di alcol da parte della vittima e anche gli esami tossicologici.

Inoltre, nella medesima circostanza, è stato ordinato il prelievo del Dna dal sangue di Mazukin per poter effettuare le comparazioni con le tracce trovate sul coltello (attualmente oggetto di un esame da parte dei Ris di Parma) ma anche le scarpe anfibie e l’asciugamano trovati sporchi di sangue in un cassonetto vicino al luogo dell’omicidio.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:omicidifernetti

Riproduzione riservata © Il Piccolo