Trieste, nutrie da eliminare senza esche o fucili. Muggia “ammessa” alla sterilizzazione

Approvato dal Comune il piano richiesto dalle associazioni. Ok della Regione ma solamente per la cittadina rivierasca
Una nutria fotografata nella zona di Aquileia
Una nutria fotografata nella zona di Aquileia

MUGGIA Un nuovo e meno cruento metodo di eradicazione delle nutrie del Friuli Venezia Giulia sarà sperimentato a Muggia, con l’avallo della Regione.

Il passo in avanti è stato compiuto ieri con la firma da parte dell’assessore all’Ambiente muggesano Laura Litteri del piano di eradicazione nonviolenta delle nutrie attraverso la sterilizzazione. Richiesto dall’associazione ambientalista Mujaveg e dall’Enpa e supportato anche da una petizione con oltre 600 firme consegnata lo scorso settembre all’ex presidente del Consiglio regionale Franco Iacop, il piano ha ricevuto a sorpresa anche l’ok da parte della stessa Regione, l’ente che inizialmente aveva invece progettato la cancellazione sistematica dei castorini.

«Siamo contenti che la Regione abbia dato il proprio consenso a rivedere la metodologia da utilizzare per eradicare le nutrie. Ora siamo in attesa di un ultimo decisivo parere: personalmente sono ottimista», racconta il responsabile di Mujaveg Cristian Bacci. La proposta del piano era stata inviata inizialmente all’Ispra – l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale – che di fatto si era dichiarato disponibile a valutare la congruità di un piano di gestione delle nutrie che contempli il ricorso alla sterilizzazione. La palla era poi passata alla Regione che ha dato il proprio parere positivo, fermo restando due condizioni: un nuovo ok dell’Ispra e l’assenso del Comune di Muggia. Per quanto concerne il Comune di Muggia il parere favorevole è arrivato proprio ieri.

L’assessore Litteri si è sempre dichiarata favorevole ad una soluzione non cruenta. Diverse le motivazioni addotte dall’esponente del Partito democratico rivierasco, tra queste anche la caratteristica geografica del territorio muggesano: «Le nutrie della zona delle Noghere nascono in Slovenia e si spostano attraverso il rio Ospo. Si tratta quindi di un nucleo non isolato: anche riuscendo a rimuovere tutti gli animali della valle delle Noghere, questi verrebbero molto probabilmente rimpiazzati da quelli sloveni attraverso il corso d’acqua che mette in connessione i due nuclei. È praticamente impossibile riuscire ad eradicare le nutrie dal nostro territorio». L’ultimo (e decisivo) ok dovrà arrivare dall’Ispra: anche qui, almeno sulla carta, difficile ipotizzare una bocciatura del nuovo piano. «Entro il 2018, se non ci saranno brutte sorprese, credo che avremo tutte le carte in regola per iniziare la sterilizzazione delle nutrie muggesane. In questo contesto sarà poi estremamente importante il contributo e l’esperienza dell’Enpa», ha aggiunto Bacci. Da Muggia l’assessore Litteri ha spiegato l’iter: «Se tutto va bene inizieremo con il censimento, la successiva cattura degli animali, la sterilizzazione e il reinserimento in natura». Costo dell’operazione per la sterilizzazione? Gli stessi utilizzati per le colonie di gatti randagi: 32 euro per l’intervento sugli esemplari maschi, 60 per le femmine. Insomma, le nutrie muggesane, circa una trentina, paiono sì avere il destino segnato, ma l’estinzione dei castorini, animali storicamente estranei al Fvg ed importati dal Sud America, avverrà come richiesto da diverse associazioni ambientaliste, ossia «rispettando dei diritti che dovrebbero essere inviolabili, per tutti gli animali». Questo, almeno per quanto concerne l’area del Muggesano. Almeno per il momento non vi sono invece cambi di rotta per quanto concerne le diverse centinaia di nutrie presenti a Fossalon e dintorni. Esche alimentari come mele e granoturco e conseguente trappolaggio, seguito da metodo eutanasico, colpo di fucile oppure inserimento in contenitori ermetici con biossido di carbonio ad alta concentrazione il destino dei roditori gradesi. —


 

Argomenti:nutriemuggia

Riproduzione riservata © Il Piccolo