Trieste, nuovo pressing per l’ascensore verso Santa Maria Maggiore

Si rinsalda l’asse tra comitato promotore e politica che reclama il nuovo impianto in via del Teatro Romano per agevolare a fedeli e turisti la salita fino alla chiesa
La chiesa di Santa Maria Maggiore con l’ultima parte della scalinata
La chiesa di Santa Maria Maggiore con l’ultima parte della scalinata

TRIESTE Si riaccende la battaglia per l’ascensore di Santa Maria Maggiore. Forti del via libera politico dato dal sindaco Roberto Dipiazza, tanto il comitato promotore dell’opera quanto il consigliere comunale forzista Bruno Marini tornano alla carica per ottenere l’avvio delle procedure. Il “la” è stato dato nei giorni scorsi dal primo cittadino su TeleQuattro: interrogato in proposito dal pubblico, Dipiazza ha fatto sapere che si sta predisponendo un ascensore che porti alla chiesa partendo da via del Teatro Romano, togliendo così a disabili, anziani e turisti il disagio della ripida scalinata che porta al santuario.

La nuova struttura, ha osservato il sindaco, potrebbe essere collocata nella galleria sottostante la scala. Il problema, ha concluso, più che di fondi è legato alla trafila burocratica necessaria ad avviare l’opera. Un altro aspetto su cui i tecnici del Comune si stanno arrovellando è quello della gestione, per la quale bisognerà trovare una soluzione adeguata.

Sta di fatto che la campagna sta riprendendo l’abbrivio. L’idea dell’ascensore decolla nel 2016, quando viene fondato il comitato “pro ascensore di Santa Maria Maggiore”, che annovera tra i suoi volti anche nomi noti come il presidente di Orion Luca Farina. A favore dell’idea anche il parroco e rettore del santuario Alessandro Calloni.

Nell’estate 2018 i membri del comitato, accompagnati dal consigliere Marini (nel frattempo reclutato alla causa), incontrano il sindaco e gli assessori Giorgio Rossi e Carlo Grilli. La giunta conferma il suo interesse e chiede al comitato un’idea di massima su cui lavorare. Un compito a cui il comitato risponde predisponendo un progetto da circa 250 mila euro. E arriviamo ai giorni nostri: ora i promotori chiedono al Comune di partire da lì per realizzare l’opera.

Si tratta di un cantiere su cui l’ente ha già preso un impegno, a dire il vero, visto che nell’estate del 2019 il Consiglio comunale ha approvato una mozione, primo firmatario il capogruppo di Fratelli d’Italia Salvatore Porro, proprio a questo scopo.

Il consigliere Marini si fa portabandiera delle richieste del comitato: «Parliamo di un’opera che serve davvero. Non solo per i fedeli che frequentano il santuario, tra i quali mi annovero, ma anche per i turisti che sono giustamente attratti da una delle più belle chiese di Trieste, ma spesso sono scoraggiati dalla scala».

Gli altri accessi alla chiesa, ragiona Marini, non semplificano infatti la vita ad anziani e disabili, per i quali l’accesso più semplice sarebbe in effetti proprio l’ascensore da via del Teatro Romano.—


 

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