Trieste, nuovo bando per la gestione delle palestre

Interessate 120 società che utilizzano 47 impianti scolastici per offrire ogni tipo di corso: dalla pallacanestro alla zumba
In sella a una cyclette
In sella a una cyclette

TRIESTE Quarantasette palestre che sono utilizzate da 120 tra società sportive e ricreative della provincia in 50mila ore annuali tra allenamenti, partite, corsi e lezioni. Un universo enorme, dello sport agonistico e no, del tempo libero, e anche del benessere e della riabilitazione fisica quello che usufruisce degli impianti interni alle scuole in orari in cui studenti e scolari non svolgono le lezioni di educazione motoria. Assumono importanza cruciale dunque i bandi che Comune e Provincia stanno predisponendo per l’affidamento della gestione delle palestre cittadine in orario extrascolastico per i prossimi tre anni.

Da una quindicina d’anni il servizio viene svolto dall’Associazione polisportiva dillettantistica tergestina presieduta dall’ingegner Daniele Bassi, che ha anche un’attività propria nella disciplina del Pentathlon moderno. Con una delibera varata nei giorni scorsi il Comune su proposta dell’assessore allo sport Edi Kraus ha prorogato di due mesi alla Tergestina la vecchia convenzione che scadeva il 30 settembre, e che è stata così prorogata fino al 30 novembre nelle more delle pratiche per il nuovo bando. Con l’approssimarsi della scadenza, la delibera rileva infatti che «è stata valutata l’opportunità di avviare una procedura aperta per l’individuazione del nuovo soggetto gestore e un aggiornamento dello schema di convenzione». «Noi rifaremo la domanda anche con il prossimo bando - annuncia Bassi - non so se avremo concorrenti, di sicuro tanti non saranno».

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Il servizio in questione riguarda in particolare due voci: la sorveglianza e la pulizia, ma è chiaro che se anche una sola di queste funzioni non venisse svolta, tutto salterebbe. «Tutto è possibile grazie a una cinquantina di nostri collaboratori - spiega il presidente della Tergestina - che sono volontari e che ricevono un semplice rimborso spese. Se il Comune svolgesse in prima persona questi servizi, il costo sarebbe quadruplicato». La Tergestina incassa i canoni dalle società e dalle associazioni che usufruiscono degli impianti e versa al Comune, in base alla vecchia convenzione, 26mila 600 euro, Iva esclusa, all’anno. «A noi - illustra Bassi - non rimane alcun utile, i bilanci sono stentatamente in pareggio». La società gestisce anche le due palestre dello stadio Rocco e la storica palestra Cobolli di via della Valle. Poi ci sono 44 palestre scolastiche: 36 fanno capo al Comune e 8 alla Provincia: in tutto 47, ma l’uso di quelle delle scuole superiore è regolato da una seconda convenzione, che fa appunto riferimento alla Provincia. L’attività si svolge logicamente esclusivamente in orario pomeridiano (ma alcune scuole utilizzano per i propri alunni anche questa fascia oraria) e serale. La palestra della Valle è gestita anche al mattino quando arrivano gli studenti di Carli e Nautico.

Che attività viene svolta in tutte queste palestre? Basket e pallavolo innanzitutto con le squadre che giocano nei campionati delle varie categorie, ma anche con tutte le formazioni giovanili. Poi i cosiddetti sport minori a partire da judo e karate, per continuare con tutte le attività di fitness anche le più recenti come la zumba e per finire con la ginnastica dolce per adulti e per anziani. Le tariffe sono logicamente quelle fissate dal Comune e si va dai 6-7 euro all’ora per le palestre più piccole che misurano soltanto 6 metri per 15 come alla scuola Filzi-Grego ma anche parecchie altre, ai 10 euro per quelle che hanno la dimensione di un campo da basket per finire con gli 11-12 euro all’ora che si pagano nelle palestre molto grandi che però sono soltanto due e si trovano nella scuola don Milani di Altura e nella scuola Vascotto di via Giulia. L’Associazione polisportiva dilettantistica tergestina raccoglie anche le iscrizioni, predispone i turni, incassa i canoni. «Con i nostri collaboratori - conclude Bassi - svolgiamo anche quest’altro servizio per il quale sarebbero necessari almeno 3 o 4 impiegati comunali».

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