Trieste Next, i rapporti tra la ricerca e l'impresa FOTO

Si conclude oggi la terza edizione del Salone europeo della ricerca scientifica: piazza Unità affollata di giovani e ricercatori, convegni dibattiti, incontri, conferenze in giro per la città
Il dibattito moderato dal direttore del Piccolo, Paolo Possamai
Il dibattito moderato dal direttore del Piccolo, Paolo Possamai

L'innovazione quale antidoto alla crisi economica. Un'idea in grado di conquistare il mercato e creare profitti. Ma serve il trasferimento tecnologico: cioè il proficuo incontro tra ricerca e impresa. Di questo si è discusso a Trieste Next, in un doppio appuntamento: prima l'illustrazione di una serie di progetti innovativi. Poi una riflessione sul tema con esperti del settore. Sette le idee presentate, tutte rigorosamente sul tema energia.

Poi tre progetti già testati: un pannello solare per abbattere il rumore, che permette di abbassare i costi grazie all'energia prodotta; una telecamera multispettrale che misura la radiazione solare diretta per trovare la sorgente più potente disponibile ed infine un sistema per produrre energia elettrica e calore partendo dal gas metano delle abitazioni. A seguire il dibattito, moderato dal direttore de Il Piccolo, Paolo Possamai, che ha voluto porre l'accento su quello che ancora non funziona nel meccanismo che collega il mondo della ricerca a quello dell'impresa. «Il vero problema si pone quando esiste un'idea ma non ci sono i soldi per portarla avanti - ha sottolineato Diego Bravar, presidente e ad Tbs Group -. Ecco che allora per supportare i giovani innovatori serve l'intervento delle istituzioni. Si tratta di un messaggio culturale: dobbiamo trasformare il grande valore della conoscenza in denaro. E per fare questo serve unire le forze, dove tutti devono ragionare come fossero degli imprenditori».

Come vivere connessi in una sorta di “far web”
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Ma ci sono da superare i tentacoli della burocrazia. «Un ente di ricerca non può essere pubblica amministrazione, ma deve essere qualcosa di diverso - ha evidenziato Maurizio Fermeglia, Rettore Università Trieste -. Questa è una battaglia che stiamo portando avanti da tempo: non siamo e non possiamo essere un Ministero, dove da una parte si stanziano i soldi e poi dall'altra si tolgono. Inoltre gli incontri con le imprese del territorio sono sporadici: un problema che fa perdere tutta una serie di opportunità». Infine l'intervento di Mikael Troberg, Direttore sviluppo tecnologico Wartsila: «In Finlandia si punta sui giovani, ai quali vengono dati ruoli di responsabilità e per questo vengono adeguatamente pagati. I tecnici più bravi che abbiamo arrivano dall'Italia, ma dalle vostre Università escono dei ragazzi preparati solo dal punto di vista teorico, ma non ancora pronti su quello pratico».

Intanto, la terza edizione del Salone europeo della ricerca scientifica prosegue ancora fino a oggi con convegni (in tutto 150 i relatori nazionali e internazionali), incontri e laboratori per le scuole, una ventina di sedi. Qui il programma completo

Il tema “EnergEthic” l’etichetta di quest’anno. Consumo energetico ed etica, parole intrecciate per quella che è una sfida globale del futuro. Dopo le due precedenti edizioni dedicate rispettivamente al cibo con “Save the food” nel 2012 e all’acqua con “Waterwise” nel 2013, il Salone indaga e propone alla riflessione del pubblico uno dei concetti-chiave su cui John Beddington già nel 2009 attirava l’attenzione quando, da capo dei consulenti scientifici del governo inglese, dava in arrivo per il 2030 la “tempesta perfetta” creata dalla sovrapposizione di aumento dei consumi, sovrappopolazione ed effetti del riscaldamento globale, con un incremento di domanda di cibo, acqua ed energia a fronte di una previsione di produzione non adeguata.

L’obiettivo “EnergEthic” è una tre giorni alla quale contribuisce attivamente l’intera comunità scientifica cittadina e non solo. Si propone di rendere partecipi tutti i cittadini del sapere scientifico e tecnologico; creare un ponte tra ricerca e impresa favorendo le opportunità di trasferimento tecnologico, architrave dello sviluppo; ma vuole anche essere occasione per mettere in rilievo, valorizzandolo, il ruolo di Trieste “città della conoscenza”, un ruolo su cui il capoluogo giuliano mira a costruire uno dei propri asset per il futuro. E la scienza può avere un ruolo anche nel rilancio turistico della città, come emerge dal grande afflusso di persone presenti in questi giorni e come ha ricordato il sindaco Cosolini in un tweet:

I filoni Nella tre giorni di Trieste Next si possono seguire vari percorsi. Uno è quello dei convegni ai quali presenzieranno nomi importanti del settore a livello internazionale su temi che interrogano da vicino la comunità: l’evoluzione del mercato energetico, il nodo del nucleare, la bolletta energetica del presente e del futuro, le strategie... C’è poi il filo rosso che unisce gli appuntamenti dedicati alla costruzione di una connessione sempre più stretta e proficua tra ricerca e impresa: si parlerà per esempio di innovazione e valore economico di un brevetto, tra errori da evitare e opportunità da cogliere; e di trasferimento tecnologico. E poi, sparsi tra gli stand di piazza Unità e le altre numerose sedi, un ventaglio di appuntamenti ai quali parteciperanno imprenditori, manager di grandi realtà, scienziati, ricercatori, docenti universitari, autorevoli firme dell’informazione scientifica e rappresentanti delle istituzioni. Focus dunque su vari aspetti di “EnergEthic”, dalla storia dell’energia in Italia agli scienziati italiani in Antartide, dalla fusione nucleare alle sfide energetiche del calcolo ad alte prestazioni.

L’organizzazione La manifestazione, curata da un board scientifico presieduto dal rettore dell’Ateneo Maurizio Fermeglia e composto da 34 esperti, vede la collaborazione di un centinaio di partner attivi a Trieste e nel Paese in una rete progettuale e di servizio. Ai promotori Comune, Università e VeneziePost con il contributo di Fondazione CRTrieste si affiancano in qualità di copromotori Area Science park, Camera di commercio, Provincia di Trieste, Sissa e Regione; molti anche gli sponsor tecnici, per un evento che vede coinvolti attivamente anche centinaia di studenti e volontari e vuole far conoscere a tutti sigle, volti e attività della “città della conoscenza”, con le sue due università e gli oltre 30 istituti di ricerca.

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