Trieste, nessun accordo sull’appalto delle mense

Il vertice in Regione non avvicina azienda e sindacati. Altra questione aperta per il Comune il nodo sorveglianza nei musei
Bambini mangiano all'asilo
Bambini mangiano all'asilo

TRIESTE Passano le giunte, ma gli appalti restano. E gli appalti sono delle rogne niente male. L’amministrazione odierna ne ha ereditati un paio in sospeso da quella precedente: sono giunti a maturazione in questi giorni con risultati pesanti per i lavoratori interessati. Il primo riguarda le 154 lavoratrici delle mense scolastiche (più una quindicina di precari): ieri il tavolo di concertazione regionale ha sancito il mancato accordo fra le parti. Hanno partecipato alla trattativa la ditta vincitrice dell’appalto, la milanese Dussmann, intenzionata a tagliare le ore dei dipendenti, il Comune, rappresentato dal dirigente Fabio Lorenzut, e i sindacati.

Spiega Antonella Bressi di Cgil: «L’unico esito possibile è stato il mancato accordo. Il taglio ci sarà, sarà molto consistente e le organizzazioni sindacali continuano a essere in disaccordo assoluto».

 

Mense scolastiche a Trieste, servizio a dieta
Un bambino alle prese con un piatto di minestra in una foto di archivio

 

L’intenzione dell’azienda, da quel che riferiscono i partecipanti, è di portare le cuoche da 40 ore a 35 ore settimanali, tutte le aiuto cuoche a 20 ore e tutte le addette mensa a 15 ore. Dice Bressi: «Per tutte si tratta di un problema, ma le aiuto mensa con questo orario si ritroveranno sotto alla soglia di povertà. Si apre una questione sociale molto grande».

L’azienda difende la sostenibilità dei tagli, ricordando che verranno effettuate anche delle assunzioni. Una posizione che suscita lo scetticismo del sindacato: «Noi continuiamo a dire che, a nostro parere, sarà molto difficile mantenere il livello del servizio. La Dussmann replica che grazie alle nuove assunzioni colmerà il buco. Ma noi a questo rispondiamo come sempre: i nuovi posti di lavoro si aprono con i soldi tolti alle altre lavoratrici». Il mantenimento del livello del servizio aveva portato nei mesi scorsi a una raccolta di firme fra gli utenti, che aveva visto mobilitarsi ben 4mila 500 genitori dei bambini interessati.

 

Le 4.500 mamme di Trieste alla “guerra delle mense”
Una recente protesta dei lavoratori delle mense

 

L’ingresso in servizio della Dussmann, vincitrice dell’appalto alla fine dello scorso anno, è stato ritardato a lungo dai ricorsi del gestore uscente, la Cir Food. Poco tempo fa però i procedimenti si sono conclusi e ora siamo alla prova dei fatti: lunedì iniziano i centri estivi e la Dussmann entrerà in azione. Tra i mezzi al vaglio del Comune per tamponare la situazione, si sta ventilando l’ipotesi di recuperare delle ore con dei servizi aggiuntivi. Ma si tratterebbe in ogni caso di una soluzione esterna al capitolato. Ai primi di luglio le lavoratrici dovrebbero incontrare il sindaco Roberto Dipiazza, che nel corso della campagna elettorale si era interessato del problema. «Vedremo cosa deciderà al riguardo la nuova giunta», chiosa il sindacato. Nei mesi scorsi il centrodestra aveva attaccato duramente il governo cittadino di centrosinistra, arrivando a proporre il ritiro unilaterale del Comune dall’appalto.

Un altro capitolo spinoso è quello della sorveglianza museale. In questo caso l’azienda Ulisse Express è subentrata al gruppo di cooperative (capofila La Collina) che gestiva l’appalto dopo una contesa processuale durata molti anni. Parliamo di 54 lavoratori il cui futuro è tutto da definire: la Express non intende farsene carico integralmente e l’accordo, così come si sta delineando, potrebbe portare una parte di loro a restare a lavorare per il precedente gestore. Mercoledì prossimo si dovrebbe arrivare alla chiusura della vertenza: i lavoratori hanno dato mandato ai sindacati di chiarire alcuni punti. Commenta Virgilio Toso di Cgil: «È una trattativa molto difficile e non ancora conclusa. Stiamo cercando di trovare una soluzione per tutti i lavoratori ma ci sono ancora molte difficoltà». Il sindacato ricorda che «si tratta di un appalto in cui è stato fatto ricorso per anni al quinto d’obbligo, accompagnato da una ininterrotta serie di contenziosi giudiziari. Confermiamo le nostre critiche alla gestione politica dell’area degli ultimi anni». All’ultimo incontro in Regione il Comune non ha partecipato: «Ne prendiamo atto», chiosa Toso.

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