Trieste, nel Boschetto crescono rifiuti e baracche
TRIESTE Immondizie e inerti dispersi tra gli alberi e lungo il torrente di fondo valle. Giacigli improvvisati e baracche in disfacimento nel folto della boscaglia. Una porzione della carreggiata di viale al Cacciatore franata mesi orsono in una scarpata sottostante e in attesa di ripristino.
Solo solo alcuni dei problemi che avviliscono il parco comunale del Farneto, quel prezioso impianto verde che nel 1844 Francesco I d’Austria donò ai triestini, un bosco urbano di circa 915.400 metri quadri che rappresenta un raro esempio di area boscata a ridosso del centro.
Il Boschetto, come amano chiamarlo i triestini, è un lusso per una comunità che dovrebbe prendere maggiore coscienza di quanta ricchezza è a sua disposizione dietro l’uscio di casa. Un piccolo Eden ricco di comodi sentieri, aree di sosta e antiche opere di contenimento in arenaria che richiede però una manutenzione costosa.
È per questa ragione che sta innanzitutto a chi lo frequenta la responsabilità di mantenerlo pulito e di adoperarsi per evitarne il degrado. Purtroppo oggi il Farneto, almeno per alcune sue parti, presenta delle evidenti criticità. Per rendersene conto, basta recarsi nel parcheggio prospiciente l’entrata del parco di Villa Revoltella.
Accanto ai numerosi camper che qui sostano in modo improprio, sottostante l’area, si apre all’occhio del visitatore un immondezzaio a cielo aperto: plastica, materassi, pneumatici, mucchi di calcinacci e altri inerti provenienti da siti o case in ristrutturazione, vengono versati nottetempo nella scarpata.
«È una situazione di degrado che è facile riscontrare anche nelle adiacenze della vicina casa Bartoli» spiega Gianfranco Urso per l’Enpa, che ha sede nella vicina via Marchesetti e che oltre a ricoverare e custodire tanti animaletti gestisce l’Oasi del Farneto, otto ettari di bosco disposti a cavallo della collina che guarda verso l’abitato di Longera.
«È noto che diverse persone che lavorano in nero nelle ristrutturazioni edilizie non scaricano i materiali di risulta nelle depositerie comunali. Non iscritti ad alcun registro, questi soggetti approfittano delle tenebre per disfarsene lungo le scarpate che costeggiano la via Battigelli che porta a Longera e, ultimamente, pure nelle fratte che circondano viale al Cacciatore appena superiori la Rotonda del Boschetto. I nostri volontari - continua Urso - hanno ripulito completamente la nostra oasi che rimane aperta alle visite su prenotazione. Ma i problemi di inquinamento e sporcizia rimangono a valle, per tacere di quanto si continua a disperdere lungo la scarpata del rio principale del Farneto».
Bottiglie di vetro e lattine come le indistruttibili sporte di plastica sono purtroppo di casa anche a fianco dei viali più frequentati del parco. Ma la sorpresa più grande si trova addentrandosi lungo il rettilineo della parte centrale del Boschetto. Non lontano dai ruderi dell’ex casa del guardiacaccia, abilmente celata in una gola circondata da alte querce, ecco i resti di una capannuccia.
Quel che ne rimane sono coperte, teli, legna e metalli e altri materiali di risulta dispersi tutt’attorno. Tornando al sottostante viale, una cinquantina di metri a monte, è facile notare come la carreggiata sia letteralmente franata nella scarpata sottostante. Da mesi alcune transenne, rimosse dagli escursionisti, giacciono a lato mal ridotte.
Sarebbe forse il caso che l’ente preposto verificasse velocemente la stabilità del sito: non è la prima volta infatti che una voragine si apre sull’asfalto di questa direttrice boschiva che, unica, collega San Giovanni al Cacciatore, e viene utilizzata quotidianamente dalle ambulanze che vanno e vengono dall’Ospedale di Cattinara.
Nel cuore del parco, lungo un viale, un gentile e sensibile cittadino ha ristrutturato qualche anno fa uno stupendo gazebo. L’unico rimasto parzialmente in piedi di una serie collocata qualche anno fa con i soldi della Comunità europea e distrutta da vandali ignoti. Non è il caso di parlarne troppo: c’è il rischio, e è necessario rifletterci sopra, che i furbetti ci riprovino.
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