Trieste, nei video il volto del bandito della farmacia
Le telecamere della zona di piazza Foraggi hanno inquadrato il volto del bandito della farmacia: ne sono convinti i carabinieri del nucleo investigativo che stanno lavorando per catturare il malvivente che ha agito con la pistola. Perché quello che gli investigatori stanno cercando è un bandito pericoloso. È armato.
L’ipotesi - ritenuta verosimile - è che il rapinatore una volta uscito dalla farmacia si sia abbassato la sciarpa con la quale si era nascosto il volto al momento del colpo. Dunque le telecamere lo potrebbero aver individuato. E presto, così, a quel volto potrebbe essere abbinato un nome.
«Stiamo effettuando tutti gli accertamenti», dicono gli investigatori lasciando intuire che le indagini - coordinate dal pm Pietro Montrone - sono a buon punto. Di più nulla viene detto. D’altra parte è fin troppo evidente la ragione del particolare impegno investigativo. La pistola utilizzata nella rapina - il bandito l’ha puntata alla testa di Elisabetta Panfili, una dei tre soci titolari, che era alla cassa della farmacia - rappresenta un salto di qualità negli episodi di microcriminalità che in questi ultimi tempi si stanno moltiplicando in maniera preoccupante in città. Impossibile infatti ipotizzare che quell’arma, priva di tappo rosso, fosse un giocattolo. Quindi quello che fa venire i brividi è l’ipotesi secondo la quale quella pistola avrebbe potuto non solo spaventare ma anche sparare e uccidere.
I carabinieri stanno lavorando anche su altri fronti investigativi. Il primo riguarda le immagini già acquisite del sistema di videosorveglianza della stessa farmacia. Come in un telefilm si vede in sequenza tutto quello che è accaduto. Ma quei fotogrammi (in cui il volto del rapinatore è coperto dalla sciarpa e dal cappellino) saranno presto confrontati proprio con quelli ricavati dalle telecamere esterne alla farmacia. Telecamere che il bandito non ha preso in considerazione perché forse non ne conosceva l’ubicazione, né l’esistenza. Si è appunto abbassato la sciarpa e se n’è andato. Lasciando - su questo sperano i carabinieri - la faccia visibile. I carabinieri stanno inoltre puntando ai testimoni, diretti e indiretti.
Cioè quelli che come la farmacista Elisabetta Panfili e la dipendente Patrizia Clari sono stati a breve distanza dal bandito ma anche coloro i quali sabato scorso attorno alle 19.30 si trovavano nella zona. Potrebbero aver visto il malvivente prima o anche dopo il colpo.
Magari solo per un attimo ma sufficiente a consentire di ricordare un particolare utile a risalire all’identità del bandito. Gli investigatori interrogheranno ancora le due donne presenti durante la rapina per cercare di recuperare qualche elemento ulteriore che possa consentire di dare un nome al malvivente.
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