Trieste, nasce l’albo comunale delle babysitter
TRIESTE Dopo Padova e Parma, entro l’anno anche Trieste avrà un albo ufficiale delle baby sitter. Chi si ritrova a dover gestire pargoli d’età compresa fra zero e tre anni, magari lavorando, potrà rivolgersi al Comune per scoprire chi sono le operatrici sul campo e quali sono le loro competenze.
Un metodo per dare maggiori garanzie e pure per favorire l’emersione del lavoro in “nero”. Spiega l’assessore alla scuola Antonella Grim: «È un’attività che rientra nello spazio di autonomia che la Regione concede ai Comuni quando si parla di sistemi educativi fra zero e tre anni. Noi facciamo uso di questa prerogativa gestendo direttamente i nidi e stringendo convenzioni con nidi privati, ma presto ci estenderemo agli altri servizi del sistema privato».
Per farlo l’assessorato si sta confrontando con la Regione che è attualmente l’ente gestore dello sportello nato dal programma “Si.Con.Te. Sistema di conciliazione integrato”. Nato da una convenzione sottoscritta tra il dipartimento Pari opportunità, Regione e Provincia, “Si.Con.Te” è un servizio dedicato ai cosiddetti «assistenti familiari e attività di conciliazione» per la raccolta di domanda e offerta di servizi alle famiglie, riguardanti babysitter, badanti e colf.
Di recente è passato dalle competenze della Provincia a quelle della Regione, e tra le sue attività prevede anche l’albo delle babysitter. La funzione più diffusa però, ricorda l’assessore provinciale Adele Pino, riguarda principalmente gli assistenti per anziani e disabili: «C’è una fetta di attività riguardante il babysitting, ma la maggior parte dei contatti è incentrata sulle badanti».
L’azione del Comune punterà a farsi carico e ad arricchire il primo aspetto: «Noi vorremmo costruire un punto informativo in Comune dove le mamme possono andare a prendere informazioni sui servizi e consultare l’albo» dice Grim. Uno dei motori dell’iniziativa una mozione approvata nei giorni scorsi dal Consiglio comunale cittadino.
Autrici sono le consigliere Anna Maria Mozzi e Tiziana Cimolino del Partito democratico. Spiega Mozzi: «Mentre il servizio della Provincia è uno sportello del lavoro che mette in rapporto la domanda e l’offerta, l’albo nasce con lo scopo di agevolare le famiglie con bambini piccoli nell’accudimento e nella conciliazione degli impegni organizzativi richiesti dall’allevamento di un figlio».
Nelle intenzioni delle autrici della mozione «l’albo risponde alla diffusa esigenza delle famiglie di reperire persone affidabili e preparate a cui lasciare i propri figli, sia per situazioni occasionali, sia per situazioni maggiormente continuative, ad esempio per coprire fasce orarie i cui servizi educativi o supporti di carattere familiare non sono disponibili». Riflettono Cimolino e Mozzi: «Molti Comuni italiani e anche alcuni nella nostra regione hanno già istituito un albo delle babysitter nell’ottica di accompagnare e supportare le famiglie nella scelta di personale professionalmente fidato».
A ciò si aggiungono due considerazioni: «La scelta di babysitter dovrebbe basarsi sulla possibilità di disporre di personale qualificato e adeguato alle esigenze delle famiglie e dei bambini; è inoltre necessario tutelare dal punto di vista normativo e fiscale le persone che svolgono tale servizio».
L’albo potrebbe contenere, oltre ai dati e i titoli, le disponibilità di orario dei candidati o delle candidate, nonché altri titoli professionali come la conoscenza delle lingue straniere. Ma il testo non sarà soltanto una mera lista di operatori professionali, aggiunge Mozzi: «Il Comune infatti potrà organizzare corsi specifici che, oltre alla parte teorica, garantiscano un’adeguata formazione degli operatori e delle operatrici. Potrà proporre anche stage o tirocini all’interno dei servizi comunale per l’infanzia».
L’assessore Grim conferma: «Anche a seguito della mozione stiamo progettando dei percorsi di formazione per chi fa babysitting. Sono tutti percorsi in fase di definizione, ma contiamo di renderli operativi entro l’anno».
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