Trieste, nasce il quartiere dei giovani: minialloggi in affitto low cost

Dal 2016 a disposizione 61 piccoli appartamenti ex Erdisu in zona Urban, graduatorie in base al reddito
Il comprensorio di Cittavecchia dove sono inseriti i mini-appartamenti
Il comprensorio di Cittavecchia dove sono inseriti i mini-appartamenti

TRIESTE Luca, nome di fantasia, ha appena finito scuola, ha già un piccolo lavoro e tanta voglia di incominciare una vita autonoma. Ma la paga che prende e il contratto precario non gli consentono di fare il salto: non può ancora gestire affitto e spese, tanto meno un mutuo. E la famiglia non è in grado di dargli una mano. Così un suo amico, che si divide tra università e impieghi saltuari.

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Una veduta della città

C’è poi Andrea, pure questo nome di fantasia, che ha in programma di spostarsi a Trieste per alcuni mesi di stage in un’impresa. Il Comune ha pensato a entrambe le esigenze, mettendo a disposizione una sessantina di mini-alloggi in pieno centro a cifre simboliche. Metà è desinata ai triestini residenti, l’altra metà a chi viene da fuori per un periodo di formazione, per ragioni professionali o di altro tipo.

L’iniziativa, finora inedita, partirà già nel 2016. Le case si trovano in zona Urban, sono quelle dell’ex Erdisu, ora Ardiss. L’ente, che come noto si occupa di sostenere gli studenti universitari fornendo stanze, borse di studio e mensa, sta concentrando i propri sforzi in altre strutture cittadine e intende restituire gli edifici al proprietario, cioè proprio l’amministrazione municipale.

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L'inaugurazione del murales nelle case Ater di via Cumano

Il sindaco Roberto Cosolini ha deciso di non snaturare la vocazione di quell’area, immaginata soprattutto per i giovani. «Sono assolutamente consapevole del bisogno abitativo che vive questa città - spiega Cosolini - e proprio l’Ater, come abbiamo letto in questi giorni, si sta apprestando a dare un’importante risposta il prossimo anno aprendo 400 nuovi appartamenti per altrettante famiglie. Penso però che, in contemporanea, si debba intercettare anche tutti quei ragazzi motivati ad andare a vivere da soli ma che per varie ragioni non ce la fanno. Ritengo sia indispensabile aiutare i progetti di autonomia o dare ospitalità temporanea a chi arriva a Trieste».

Si comincia quindi già nel 2016, con un bando vero e proprio: gli alloggi sono 61 in tutto, per l’esattezza, per una novantina di posti letto. Spazi in cui, a seconda delle necessità, possono stare una o due persone. Chi entrerà pagherà un affitto molto contenuto, «quasi simbolico», assicura il sindaco. La priorità, naturalmente, andrà a quanti hanno un reddito basso.

Per i non residenti, invece, si tratterà di metter su una sorta di “foresteria”. Un modo, anche questo, per rendere il capoluogo più ospitale e attrattivo. Il sindaco cita l’esempio delle due nuove accademie, quella del Volta e quella del Nautico, una a carattere industriale e l’altra legata alle attività marittime. «I due istituti hanno attivato dei bienni post-diploma - ricorda Cosolini - aperti a tutti. Lo spazio potrebbe essere utile a loro, ma pure a quanti approdano a Trieste per brevi periodi, per motivi professionali o anche culturali. Penso a chi lavora nelle start-up: questo sarebbe un servizio aggiuntivo che la città potrebbe effettivamente offrire. Aggiungo - rileva Cosolini - che un condominio pieno di ragazzi implica dei servizi: sarà un modo per creare opportunità occupazionali».

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Sempre sul fronte giovanile, il Comune ha varato un bando da 250mila euro per sostenere progetti di imprenditoria under 40. Sono contributi a fondo perduto per aziende nate da poco o di nuova costituzione. La somma disponibile va dai 6mila ai 18mila euro e servirà soprattutto a coprire le spese di avvio. Terziario avanzato, turismo, servizi digitali, commercio e artigianato i settori interessati.

Le due iniziative, i fondi per le imprese e gli appartamenti, venerdì prossimo saranno oggetto di un confronto pubblico tra il sindaco e i promotori di “Progettiamo”, il gruppo di giovani che un paio di settimane fa si era interrogato sul futuro della città. «Sono rimasto impressionato dalla quantità di idee che sono emerse - osserva Cosolini - quindi ho deciso di invitare chi ha partecipato al tavolo, e chi è interessato, all'incontro. Un modo per raccogliere contributi e proposte».

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