Trieste, musica e parole per un omaggio alle tre leggende della musica jazz

Domenica la pièce di Lorenzo Acquaviva per celebrare i grandi Young, Monk e Baker
Il mitico jazzista Chat Baker
Il mitico jazzista Chat Baker

TRIESTE Un omaggio da parte di un appassionato a tre icone del jazz che hanno cambiato per sempre questa musica. È quello dello spettacolo di domenica (25 ottobre) alle 11 in piazza Verdi - a cura dell’associazione culturale Vitamina T. - “Santi a dispetto del Paradiso”, dedicato a Lester Young, Thelonious Monk e Chet Baker. Le biografie di queste tre icone vanno in scena sotto forma di lettura-concerto. Di e con Lorenzo Acquaviva, la performance , nell’ambito di “Trieste estate...d’Autunno” narra la loro vicenda umana e artistica intervallata da composizioni famose come “Round Midnight”, “In a sentimental Mood” e “My funny Valentine”.

«Si tratta - spiega l’attore di tatro, cinema e fiction, e regista triestino - di un reading: una mia rielaborazione di vari scritti su tre personaggi che hanno fatto la storia del jazz. Una storia tra il romanzato e il reale di tre colossi che hanno vissuto vite disperate». Il titolo richiama quello di un libro di Afo Sartori, “Santi a dispetto del Paradiso” (Pacini editore). «Perché erano santi laici, che sublimavano con la loro arte delle vita piuttosto disperate. Avrò al mio fianco sul palco Giorgio Pacorig (jazzista noto per la sua collaborazione con Elisa, ndr.) al piano e un giovane talento emergente del sax di origine friulana che oggi vive a Ferrara, Filippo Orefice. E poi il cantante Charles Anthony Reeve, che per una serie di vicissitudini si trova a Trieste e che, nello spettacolo, interpreterà alcuni standard della tradizione jazzistica».

L’amore per il jazz deriva dalla passione di Acquaviva per la beat generation. «Il mio riferimento nel jazz è il bebop e questi autori, da Jack Kerouac ad Allen Ginsberg, scrivevano di getto, senza pensare, andando oltre le convenzioni sociali. Scrivevano insomma con il ritmo del fiato». Ha conosciuto Tony Scott, che ha suonato nella band di Charlie Parker. «Anni fa a un festival ho avuto l’onore di stare sul palco accanto a questo monumento del jazz che ha portato il bebop nel clarinetto. Ho avuto la fortuna di incontrare anche Fernanda Pivano e queste conoscenze mi permettono di descrivere qualcosa in più di quanto si possa leggere sui libri.

Quella di domenica è qualcosa che va oltre lo spettacolo: descriviamo un’epoca di cui ho conosciuto alcuni dei protagonisti. Quando posso, porto in scena questa stagione irripetibile che ha dentro idealismo e voglia di ribellarsi a qualcosa, uno slancio che oggi pare non ci sia più. Cerco di unire i miei interessi, mettere insieme prosa e musica, coniugiare il jazz e la parola». Ingresso libero fino a esaurimento posti.

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