Trieste, morto a 84 anni Stelio Spadaro: leader della sinistra del dialogo
TRIESTE È morto domenica sera a Trieste Stelio Spadaro, storico esponente della sinistra triestina. Nato a Isola d’Istria nel 1934, è stato insegnante di storia e filosofia al liceo Galilei, ricordato dai suoi studenti per la grande attenzione alla crescita politico-culturale delle giovani generazioni.
Protagonista della svolta che portò alla trasformazione del Partito comunista in Partito democratico della sinistra, nel 1991 fu il primo segretario del Pds, incarico che mantenne anche al momento della nascita dei Democratici di sinistra nel 1998. Fu tra gli ideatori dell’operazione che nel 1993 portò Riccardo Illy alla guida del Comune di Trieste, sindaco di una coalizione di centrosinistra giunta per la prima volta ad amministrare la città dopo decenni di gestioni legate prima alla Democrazia cristiana e poi alla Lista per Trieste.
L’unica sua esperienza da amministratore risale alla fine degli anni Settanta, quando fu assessore alla Cultura della giunta provinciale Dc-Psi retta dal socialista Lucio Ghersi. Iscrittosi al Pci nel 1964 in nome della discriminante antifascista, Spadaro si considerava di formazione crociana. Fu un innovatore della cultura politica della sinistra triestina ed ebbe un ruolo di primo piano nel percorso di rielaborazione delle controverse memorie delle tragedie avvenute nel Novecento sul confine orientale.
Sempre legatissimo al mondo istriano, contribuì sul piano locale e nazionale al confronto culturale tra destra e sinistra, cominciato proprio a Trieste ai tempi dell’incontro Fini-Violante nel 1998 e culminato nel Concerto dei tre presidenti tenutosi in piazza Unità nel 2010. Fu anche tra i promotori del Gruppo 85, istituito da intellettuali triestini di lingua italiana e slovena per lavorare al superamento degli steccati nel mondo della cultura. Autore di editoriali sulle pagine dell’Unità, scrisse diversi volumi, fra cui “L’altra questione di Trieste. Voci italiane della cultura civile giuliana 1943-1955”, “L’europeismo nella cultura giuliana”, “Ultimo colpo di bora. Una sinistra riformista a Trieste”. Il mondo della sinistra triestina è unanime nel ricordo della figura di Spadaro. L’ex senatore Milos Budin ne rammenta «la capacità di innovazione, dalla giunta Illy alla ricostruzione reciprocamente rispettosa delle diverse memorie storiche di quest’area».
L’ex consigliere regionale Bruno Zvech richiama «la grande attenzione per i suoi studenti, cui insegnava a pensare senza imporre linee ideologiche. Stelio aveva ragionamenti di rottura, sempre espressi a ragion veduta: apparteneva all’epoca in cui prima di parlare si studiava. Ha dato tanto alla politica senza averne in cambio vantaggi». Per i deputati Ettore Rosato e Debora Serracchiani, «Spadaro ha contribuito all’evoluzione della sinistra nel nostro Paese». Rosato esalta «il coraggio con cui ha contribuito ad aprire una stagione nuova per Trieste», mentre Serracchiani ricorda «il fine intellettuale». Per il consigliere regionale Roberto Cosolini, «Spadaro fu capace di unire politica e società civile, aprendo la stagione del civisimo di sinistra». Il vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Russo sottolinea infine che «da Spadaro ho imparato che, sulle grandi questioni che investono il futuro della nostra città, destra e sinistra hanno il dovere di trovare un punto di incontro».
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