Trieste, morta per Tbc ma non lo sapevano
Era ricoverata da alcune settimane fa nel reparto di Medicina dell’Ospedale di Cattinara. I medici della struttura ospedaliera le avevano diagnosticato una forma tumorale. Pochi giorni fa quella donna di mezza età è morta. E solo dopo decesso nei laboratori di Anatomopatologia si sono accorti che a causare il decesso è stata la tubercolosi. Il personale medico e infermieristico venuto a contatto con la degente ora è stato sottoposto ad una programma di profilassi previsto dal protocollo. «Naturalmente siamo dispiaciuti, – assicura il direttore sanitario dell’Azienda Ospedaliera, Luca Mascaretti – ma la forma di tubercolosi individuata nella paziente era di difficile diagnosi. Si tratta di una forma di tubercolosi che si confonde con patologie tumorali o metastatiche – aggiunge – stiamo comunque facendo indagini sul caso seguendo quello che è previsto dal protocollo aziendale». La tubercolosi (generalmente conosciuta come Tbc) è una malattia causata dal batterio “Mycobacterium tuberculosis” che colpisce principalmente i polmoni, sebbene possa interessare anche altri organi. Il personale del reparto non era al corrente della patologia della quale era affetta la povera donna e di conseguenza non ha usato nessuna precauzione particolare: niente mascherine.
«Nel caso in questione – spiega il direttore sanitario – si trattava di una forma di tubercolosi molto aggressiva ma non contagiosa. Abbiamo comunque previsto la profilassi per il personale non appena, dopo il decesso, gli esami di laboratorio hanno evidenziato la patologia». Ad essere monitorati e a seguire il percorso di profilassi previsto dalle linee guida sono anche i parenti e le persone che sono venute a stretto contatto con la donna affetta dalla patologia. Malgrado il nuovo caso di Tbc, l’Azienda ospedaliera di Trieste non ritiene vi sia alcuna ragione di allarme per il territorio. Negli anni Novanta Trieste aveva la più alta incidenza in Italia di affetti da tubercolosi con punte di oltre 35 nuovi casi l’anno ogni centomila abitanti. L’incidenza è oggi scesa a 12 nuovi casi annui ogni centomila residenti. «Questa malattia comunque e' tutt'altro che debellata, - ricorda Mascaretti – casi se ne presentano ancora». La trasmissione della Tbc avviene in modo diretto, per via aerea attraverso le goccioline di saliva dopo un colpo di tosse o uno starnuto. Dal momento del contagio alla comparsa della lesione, passano da 2 a 12 settimane. In molti casi l’infezione è asintomatica, ma circa un decimo dei casi latenti progredisce in malattia attiva. Il rischio di mortalità nella fase attiva è del 50%. Non è detto che un paziente affetto dalla tubercolosi sia contagioso. Dipende dal tipo di lesione: la più pericolosa è quella “aperta”, e si verifica quando nei bronchi o nella laringe si sono formate delle lacerazioni. La trasmissione avviene in genere solo tra individui che condividono l’aria di una stanza chiusa. Attualmente in Italia si segnalano 9 casi su 100 mila abitanti, in Friuli Venezia Giulia sono 8,8 sempre su 100 mila residenti. Indice che sale a 50 u 100 mila tra la popolazione immigrata, specialmente quella proveniente dai paesi africani dove l’incidenza della Tbc, anche legata all’Hiv, è elevata.
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